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Il territorio italiano è da sempre scenario di rilevanti eventi sismici, che hanno causato numerose vittime e ingenti danni al patrimonio edilizio e artistico.

Grazie alle nuove norma sismica europea e nazionale, sono stati compiuti notevoli passi avanti nella progettazione strutturale di nuove costruzioni e nel recupero degli edifici esistenti, ma è essenziale continuare a rimanere aggiornati e a cercare soluzioni innovative, ad esempio per la verifica degli ancoraggi chimici.

Verifica ancoraggi sismici: le linee guida europee

L’EOTA (European Organisation for Technical Assessment) ha messo a disposizione degli stati membri dell’Unione Europea importanti strumenti, che indicano quali procedure seguire per produzione e verifica degli ancoraggi chimici e in generale degli ancoranti da utilizzarsi in zona sismica.

Marcatura CE degli ancoraggi per zone sismiche: cosa stabilisce la norma sismica europea e nazionale?

Il Regolamento n. 305 del 2011 fissa le condizioni per la commercializzazione dei prodotti da costruzione e prevede che questi abbiano la marcatura CE. Su questo punto erano intervenute nel 2008 le Norme Tecniche per le Costruzioni (NTC), definite nel D.M. 14 gennaio 2008, le quali stabilivano la necessità di pervenire alla marcatura CE in conformità a un Benestare Tecnico Europeo, ossia una ETA (European Technical Approval).

ancoraggi sismici

Lo scorso anno sono entrate in vigore le nuove NTC (D.M. 17 gennaio 2018), che confermano quanto sopra, con l’aggiunta di una precisazione: la categoria minima di prestazione richiesta per gli ancoranti in presenza di azioni sismiche è la C2.

Categorie di prestazione sismica C1 e C2: qual è la differenza?

L’Allegato E della già esistente Linea Guida Europea ETAG 001 ha introdotto le categorie di prestazione sismica C1 e C2 per classificare gli ancoraggi per zone sismiche, tra cui gli ancoranti chimici.

Sismico C1: stabilisce la prestazione in termini di resistenza di ancoranti sottoposti ad azione sismica agli stati limite ultimi

Sismico C2: stabilisce la prestazione in termini di resistenza di ancoranti sottoposti ad azione sismica agli stati limite ultimi e di deformazione agli stati limite di danno e agli stati limite ultimi

In entrambi i casi si tiene conto dello stato di fessurazione del calcestruzzo, ammettendo un’ampiezza massima delle fessure dovute all’evento sismico di 0.5 mm per la categoria C1 e di 0.8 mm per il sismico C2, intese aggiuntive rispetto all’ampiezza massima nel caso statico.

I test di qualificazione degli ancoranti di categoria C1 prevedono prove di carico a trazione pulsante e a taglio in direzione alternata. I test di qualificazione degli ancoranti di categoria sismica C2 richiedono prestazioni superiori e prevedono prove di carico fino a collasso, a trazione pulsante, a taglio in direzione alternata e a fessurazione ciclica. Durante le prove le forze e gli spostamenti sono misurati ad intervalli regolari.

ancoraggi sismici

Ai fini della progettazione dei fissaggi, i test mettono a disposizione nel caso di ancoranti di categoria C1, la resistenza a trazione e a taglio, mentre nel caso di ancoranti di categoria sismica C2, la resistenza a trazione e a taglio e gli spostamenti esibiti dall’ancorante.

La scelta della categoria sismica dipende dalla zona geografica, dalla natura del terreno e dalla classe di importanza dell’edificio.

Ancoraggi sismici: di cosa bisogna tenere conto per la loro progettazione?

Gli stati limite ultimi e di esercizio da considerare nella progettazione sismica sono individuati in funzione delle prestazioni richieste. La determinazione della resistenza del fissaggio deve essere eseguita considerando il calcestruzzo fessurato, a meno che sia comprovato che la zona interessata rimanga non fessurata per tutta la durata dell’evento sismico.

Per la definizione della sollecitazione sismica si rimanda alla norma UNI EN 1998-1:2013, al Technical Report TR045 e al D.M. 17 gennaio 2018.

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