ESG è l’acronimo di Environmental, Social and Governance e costituisce i 3 pilastri su cui è necessario agire per uno sviluppo sostenibile e profittevole per tutti e rappresenta un set di fattori importanti nella misurazione della sostenibilità di un investimento immobiliare.
Questo articolo è pubblicato in collaborazione con Habitech – Distretto Tecnologico Trentino Società Benefit, azienda nata nel 2006 con l’obiettivo di realizzare reti di impresa e filiere produttive specializzate nei settori dell’edilizia sostenibile, dell’efficienza energetica e delle tecnologie intelligenti per la gestione del territorio. È composta da 126 Soci (115 privati e 11 enti pubblici) e reinveste il 100% degli utili nello sviluppo di progetti innovativi e sostenibili di impatto reale. È una società certificata B Corp, Great Place To Work, Just e SI Rating e fa parte del Distretto Family Audit della Città della Quercia di Rovereto.
Oggi parliamo della E di “Environmental”, ovvero del fattore ambientale nell’equazione ESG, che racchiude una parte di criteri e considera come un’azienda utilizza le risorse naturali e tiene conto degli effetti delle sue azioni sull’ambiente, sia nelle operazioni dirette che lungo le catene di approvvigionamento.
Come abbiamo visto nel precedente articolo sugli ESG, la macro area Environmental in ambito Real Estate fa riferimento a quelle pratiche volte a ottimizzare l’efficienza energetica degli edifici e l’utilizzo di materie prime, a migliorare la gestione delle risorse idriche e dei rifiuti e a ridurre le emissioni di gas serra provenienti dalle diverse fasi del ciclo di vita di un edificio.
Negli ultimi anni si è rinnovato l’interesse sulle tematiche ambientali da parte dell’opinione pubblica, dal fronte istituzionale e certamente da parte degli investitori. Un ruolo centrale per raggiungere gli obiettivi ambientali dell’Agenda Europea 2030 è da attribuire al settore dell’edilizia, settore che nelle fasi di costruzione e utilizzo consuma grandi quantità di energia ed è causa circa del 40 % delle emissioni globali.
Già dagli anni ‘90 associazioni di ricerca come BRE Global e US Green Building Council si occupano di valutare le performance ambientali del costruito e definire linee guida sulle diverse fasi di progettazione, costruzione e gestione degli edifici. Queste organizzazioni hanno sviluppato per gli edifici degli standard internazionali, costantemente aggiornati, che attestano gli interventi a basso impatto ambientale di chi intraprende questi percorsi virtuosi.
Recentemente il Parlamento e il Consiglio Europeo, attraverso il regolamento UE 852/2020, conosciuto come “Regolamento sulla Tassonomia”, hanno introdotto nel 2021 un sistema normativo che definisce i criteri per cui un’attività può essere definita eco-compatibile e le modalità con cui comunicare la percentuale dei loro investimenti e delle loro spese allineate ai criteri tassonomici. Lo scopo del regolamento è limitare il greenwashing, indirizzando gli investitori verso attività realmente a zero o basso impatto ambientale.
Questo forte cambiamento di tendenze nel settore immobiliare è dovuto anche ad un ragionamento in termini di rischio: gli investitori sono obbligati a ricercare imprese che intraprendono e comunicano le loro attività ESG, tra le quali ha una grande importanza la scelta dell’immobile che dispone di standard internazionali sulle prestazioni ambientali, ovvero i cosiddetti Green Building o Immobili Sostenibili.
Queste certificazioni preservano ed aumentano il valore dell’asset immobiliare nel lungo periodo, sostenendo al contempo costi mensili di esercizio e manutenzione inferiori; inoltre, aiutano ad aumentare il benessere della collettività e degli inquilini che lo vivono tutti i giorni.
In questo senso, Habitech supporta le imprese nel perseguire i propri obiettivi ambientali secondo i più rinomati standard internazionali di certificazione, come LEED e BREEAM, attraverso la verifica delle performance, l’accompagnamento alla certificazione e l’analisi sull’impatto che l’immobile può avere sull’ambiente durante l’intero ciclo di vita (LCA).
LEED è un sistema di valutazione nato negli Stati Uniti che fornisce la metodologia e gli strumenti necessari per eseguire un’analisi olistica delle performance di sostenibilità di un edificio. È applicabile a qualsiasi tipo di edificio e per tutte le fasi di sviluppo, dalla progettazione alla gestione. I progetti che perseguono la certificazione LEED ottengono dei punti in base alle caratteristiche di sostenibilità delle diverse aree tematiche gestione, salute e comfort, energia, acqua, materiali, uso del suolo ed ecosistema locale, inquinamento.
BREEAM, acronimo di BRE Environmental Assessment Method, è il protocollo britannico per la certificazione ambientale degli edifici. Un metodo di valutazione della sostenibilità che considera e valuta l’intero ciclo di vita di edifici e infrastrutture. Prevede un’ampia gamma di criteri di valutazione in categorie riferite alla gestione dell’immobile, al benessere degli inquilini ed all’uso delle risorse. [1]
Per il mercato internazionale, lo standard si struttura in due distinti approcci: uno per nuove costruzioni e ristrutturazioni, e uno per gli edifici esistenti.
In conclusione, possiamo dire che il fattore “E” esamina le migliorie tecniche, l’impatto e le politiche delle imprese per ridurre le emissioni di carbonio attraverso l’adempimento a standard di riferimento riconosciuti dal mercato.
[1] Anche in questo caso ci sono 7 categorie (gestione, salute e comfort, energia, acqua, materiali, uso del suolo ed ecosistema locale, inquinamento) e per ciascuna diversi indicatori a punteggio.
Proseguiremo la nostra analisi dei fattori ESG nel prossimo approfondimento, dove ci focalizzeremo sul fattore S – Social.
Articolo a cura di Emanuele Regno Simoncini – ESG Junior Consultant in habitech.