Il Consorzio Liutai “Antonio Stradivari” di Cremona è stato fondato nel 1996 per promuovere e valorizzare la liuteria contemporanea cremonese, che ancora oggi opera nel rispetto di una tradizione artigianale centenaria. A due passi dal Duomo di Cremona, nella centralissima Piazza Stradivari, si trova la sede del Consorzio, a cui aderiscono più di 50 maestri liutai.
Per parlare di questa professione così legata alla tradizione, abbiamo intervistato Giorgio Grisales, maestro liutaio di origine colombiana, attuale Presidente del Consorzio e anche affezionato Cliente Würth.
Hai sempre voluto diventare un liutaio?
A dire il vero volevo fare il medico! (ride)
Ho sempre avuto passione per la musica, ma non pensavo di diventare liutaio.
Ho abbandonato la facoltà di Medicina, quando a 19 anni sono partito per l’Italia. Ho scelto di studiare a Cremona e di imparare l’arte della liuteria presso la Scuola Internazionale. La mia intenzione era di tornare in Colombia, una volta conclusi gli studi, ma mi sono innamorato di questo Paese.
Chi sono i tuoi clienti?
Nella mia bottega, in centro a Cremona, ci sono ancora i maestri liutai proprio come al tempo di Stradivari, che con pazienza, cura e passione realizzano delle vere opere d’arte, apprezzate in tutto il mondo. Le richieste arrivano dal Giappone, dagli Stati Uniti, dalla Francia e dalla Germania. Chi acquista uno dei miei strumenti ad arco è amante della qualità e della musica: molti dei miei clienti sono musicisti, altri collezionisti. Ci sono violini del Settecento che valgono anche milioni di euro, mentre uno strumento ad archi nuovo costa ‘solo’ poche migliaia.
Chi acquista uno dei miei strumenti ad arco è amante della qualità e della musica: molti dei miei clienti sono musicisti, altri collezionisti. Le richieste arrivano dal Giappone, dagli Stati Uniti, dalla Francia e dalla Germania.
Come vengono costruiti i moderni strumenti ad arco oggi?
I maestri liutai seguono la tradizione classica anche per la costruzione di strumenti moderni: molte sono le fasi, tutte allo stesso modo importanti.
Per prima cosa, bisogna scegliere il materiale giusto: il legname giusto può anche arrivare da Paesi lontani.
Poi ci vogliono passione e pazienza.
Ecco come si costruisce uno strumento come un violino, un liuto: si parte dalla cassa armonica, che è la parte che dà poi voce allo strumento; prima di tutto si tagliano il fondo (la parte inferiore) e la tavola armonica (la parte superiore), poi vengono bombati con un particolare scalpello detto “sgorbia” e levigati con pialle, piallette e rasiera.
Il fondo, che così lavorato raggiunge uno spessore di 3-4 millimetri, viene incollato alle fasce.
La fase successiva è la costruzione del manico, con la tipica testa a riccio e la cassetta per i piroli che trattengono le corde.
Lo strumento viene poi verniciato, in molti strati sovrapposti, e appeso ad asciugare. Come tutti gli altri materiali, anche la vernice deve essere di alta qualità perché garantisce la conservazione del legno attraverso i secoli e il suono dello strumento.
Si passa poi all’inserimento degli accessori: piroli, cordiera, tastiera, anima, ponticello e corde.
Quante ore ci vogliono per costruire un violino?
Un maestro liutaio esperto impiega 220 ore per costruire un violino, secondo la tecnica cremonese, ma la perfezione dello strumento si vede già dal progetto, dal disegno iniziale. Il tempo è essenziale, perché il legno ha bisogno di modellarsi e adattarsi alla forma che ha in mente il maestro: la tensione naturale delle fibre va assecondata, sempre con pazienza e attenzione. In tutto questo lavoro, è essenziale anche lavorare con strumenti di qualità, senza mai risparmiare sul prezzo.
Hai mai tenuto tra le mani uno Stradivari?
Non solo l’ho tenuto tra le mani, l’ho pure suonato! Sono un maestro liutaio, ma anche un restauratore. Ho avuto l’onore di prendermi cura di violini del Settecento, sopravvissuti al trascorrere del tempo, alle intemperie, ai passaggi di mano, ai conflitti e perfino a due Guerre Mondiali.
Ogni strumento racconta una storia: è affascinante rendersi conto che – nel tempo – ci sono state persone che hanno avuto cura di conservare queste opere d’arte, ancora oggi perfette. Gli “Stradivari” sono forse i più noti, ma ci sono altre opere d’arte, vere e proprie memorie storiche musicali, come gli “Amati” e i “Guarneri del Gesù”, sempre maestri liutai attivi a Cremona ancor prima di Stradivari. Si tratta di strumenti che possono valere anche milioni di euro, se perfettamente conservati: alcuni viaggiano per il mondo, vengono esposti nei musei, altri sono ancora utilizzati nelle filarmoniche.
Non dimentichiamo che, oltre ai violini, ci sono anche viole, violoncelli, contrabbassi…
I maestri liutai seguono la tradizione classica anche per la costruzione di strumenti moderni: molte sono le fasi, tutte allo stesso modo importanti. La liuteria ad arco, per fortuna, in Italia è ancora un’eccellenza.
Quali attrezzi utilizza un maestro liutaio per costruire uno strumento perfetto?
Sono diversi i materiali che acquistiamo da Würth, squadre, livelle, morsetti tutti gli strumenti di misurazione per avere un prodotto perfetto. Fondamentale è anche il necessario per impacchettare e spedire il prodotto senza che si lesioni durante il viaggio, pluriball, pellicola, carta e graffatrice. Ma anche strumenti come avvitatori a batteria, trattamenti e colla per legno e, ovviamente, i DPI per utilizzarli.
I maestri liutai seguono la tradizione classica anche per la costruzione di strumenti moderni: molte sono le fasi, tutte allo stesso modo importanti. La liuteria ad arco, per fortuna, in Italia è ancora un’eccellenza.
Eri a conoscenza dell’Orchesta Filarmonica Würth?
Certo che sì! Credo sia importantissimo promuovere la cultura e tutte le forme d’arte, come fa Würth in tutto il mondo.
Sostenere anche la musica con un’Orchestra Filarmonica “aziendale” è sicuramente una grande dimostrazione di questo impegno. Sono contento che ci sia un direttore d’orchestra italiano. Conosco Claudio Vandelli soltanto di fama, non ho ancora mai avuto il piacere di incontrarlo di persona.
Anzi, qualora volesse venire a Cremona ed esibirsi con tutta l’Orchestra Filarmonica Würth, sarei onorato di averlo come ospite nella mia città e lo porterei a visitare la mia bottega e il museo del violino.
Qual è il futuro di questa professione?
La liuteria ad arco, per fortuna, in Italia è ancora un’eccellenza.
Nella mia bottega ci sono molti giovani che stanno imparando il mestiere e affinando le proprie capacità. A Cremona c’è ancora la Scuola Internazionale di Liuteria, la stessa che avevo frequentato io. Negli ultimi anni, però, tra gli studenti ci sono sempre più stranieri che italiani. In Giappone, ad esempio, sta emergendo un grande interesse per questa professione. Mi auguro che sempre più giovani possano scoprire e valorizzare questo antico mestiere e portarlo avanti, per realizzare opere che vivranno per molti altri secoli a venire.
Il Marchio “Cremona Liuteria” garantisce e certifica che uno strumento ad arco sia costruito artigianalmente da un maestro liutaio professionista cremonese.