Stile eccentrico e creatività esplosiva: sono i fratelli Jakob e Franz-Josef Ambach, due giovani artigiani designer in grado di fare tutto: tutto fuori dal comune.
Nati come elettricisti, si sono poi specializzati nella lavorazione della pietra – forti dell’esperienza e del know-how di due generazioni –, del legno, nella manutenzione. Oggi realizzano progetti unici e originali, proprio come loro.
Non c’è un catalogo, i fratelli Ambach realizzano ciò che gli viene in mente: più che idee, trovano soluzioni! Camper da spedizione, motociclette in legno, utensili di cucina trasportabili, oggetti decorativi. Per loro ciò che conta è l’accuratezza nei dettagli e l’originalità di ogni singolo prodotto.
JUNGWOLF: il lupo, “Wolf”, è simbolo di forza, di mistero, “jung” fa riferimento alla loro essere giovani, attivi. Perché se li prende la passione, è impossibile fermarli. Per non parlare delle sfide, che accolgono con l’entusiasmo e la grinta che solo dei “giovani lupi” hanno!
Nascete come elettricisti, ma vi definite artigiani designer. Come nasce la vostra vocazione e qual è stato il percorso di sviluppo della vostra azienda?
Per anni abbiamo lavorato come elettricisti per un imprenditore locale, poi è capitato che abbiamo fatto entrambi un incidente in moto e siamo rimasti fermi sei mesi in sedia a rotelle.
In sei mesi si ha molto tempo per riflettere e siamo arrivati alla conclusione che eravamo insoddisfatti, lo stipendio che prendevamo non ci bastava e in più il lavoro che facevamo non ci permetteva di esprimere la nostra creatività. Così abbiamo deciso di creare una nostra azienda: siamo partiti con lavori di muratura in pietra dando una mano a nostro padre, che già o faceva da parecchio tempo. Purtroppo negli anni il mercato di quel settore è diventato sempre più difficile, così, circa 6 anni fa, abbiamo deciso di diversificarci e aprire questa attività.
Ora spaziamo dalla realizzazione di oggetti di design, alla lavorazione di pietra e legno, all’offerta di servizi di riprogettazione e manutenzione.
Cosa vi contraddistingue da un “normale” artigiano?
Con noi i desideri dei nostri Clienti diventano realtà. Diamo una forma e una vita ai loro sogni, li concretizziamo. Noi siamo quelli a cui si rivolge un cliente con un’idea ma che non sa dove andare e come fare: noi troviamo le soluzioni!
Un nostro grande punto di forza è che siamo interessati a campi diversi e, ne consegue che sappiamo lavorare praticamente tutti i materiali. Capia che specializzandosi in un unico ambito, si finisca per pensare un po’ “quadrato”, noi vogliamo rimanere aperti!
Quello che caratterizza la nostra attività è anche la passione per le cose antiche e il rispetto per l’artigianato tradizionale. Abbiamo lavorato in tanti settori, quindi possiamo attingere davvero da tutte le parti.
Perché avete scelto di specializzarvi nella realizzazione di Motorhome personalizzati?
Jakob: È stata una pura casualità! Stavo lavorando per una ditta e un giorno la cliente, molto contenta del nostro lavoro, mi ha chiesto come mai non indossassi la maglietta con il loro logo. Le ho spiegato che avevamo creato il nostro logo con l’intenzione di sviluppare la nostra azienda e quindi indossavamo il nostro logo.
Il marito creava siti web e ci ha proposto di darci una mano. Parlando poi con lui, mi ha raccontato che era stato in vacanza di recente con il camper ma che avrebbe voluto un mezzo più adatto a muoversi sulla sabbia, un “camper per spedizioni”. Inizialmente non avevo nemmeno capito bene cosa intendesse, poi ha iniziato a mandarmi informazioni, foto e prezzi, e dato che erano parecchi cari, mi ha chiesto se potessimo realizzarlo noi. Ho subito coinvolto mio fratello e abbiamo deciso di accettare la sfida.
Come avviene la realizzazione di questi mezzi?
Su qualsiasi veicolo! Può fornircelo il Cliente, usato, o se lo vuole nuovo possiamo realizzare noi il cassone. In quel caso la tecnologia utilizzata è un po’ diversa e possiamo integrare fin da subito tutti i vari componenti. Solitamente però vengono preferite macchine d’epoca perché in posti come Marocco e Oman, è più facile trovare aiuto se si possiede un macchinario vecchio, mentre con uno nuovo – con molti componenti elettronici – si possono avere seri problemi, soprattutto nel deserto dove le risorse sono limitate.
Quindi lavorate sempre su vetture di seconda mano?
Ci occupiamo essenzialmente di tutto, infatti ristrutturiamo diversi camper. Il primo lavoro, ad esempio, era un camion militare, con delle tele grezze, era tutto da rifare insomma. Abbiamo cominciato ristrutturandolo e riverniciandolo, ma la principale attività riguarda la realizzazione della cellula abitativa, ovvero di celle autonome che possono essere messe su un camion ma anche utilizzate singolarmente.
Fondamentale è la pianificazione a monte: serve organizzare la disposizione degli elementi, soprattutto di quelli più ingombranti, perché i cm sono contati e se si sbaglia, anche di poco, non c’è spazio per tutto! Progettiamo subito l’arredamento, porte, finestre e in definitiva l’intera cellula. Si continua poi con l’impianto idraulico e con l’impianto elettrico (bisogna considerare che c’è un serbatoio di acqua abbastanza importante, tra i 300 e i 500 litri, e bisogna capire dove metterlo sin dall’inizio). Anche il peso è un fattore molto importante, bisogna sempre cercare di non esagerare e di disporlo bene.
Quanto tempo richiede un lavoro di questo tipo?
In media un progetto del genere richiede dai 4 mesi ad un anno. Molto dipende dall’impianto elettrico che si installa, dalla tecnologia che si utilizza, dalle esigenze del cliente.
Una volta, dopo un mese dall’inizio della realizzazione del progetto, il cliente ci ha chiamati dicendo che in Germania c’era la più grande fiera di settore, l’Abeteuer Allrad, e lui voleva partecipare! In tre mesi il motorhome era finito e noi eravamo a Bad Kissingen (Germania), dove si svolgeva la fiera. Una grande soddisfazione: inconsapevoli, abbiamo portato ben 5 novità del settore!
Il cliente è rimasto senza parole. Anche per noi è stato molto impressionante vedere una reazione di sorpresa così grande.
Quali sono le principali difficoltà nella realizzazione di queste “case mobili”?
Molto dipende da dove uno viaggia, la cellula si concepisce partendo da questo presupposto.
Si progetta con un isolamento diverso in base alla zona per cui è destinato e poi bisogna capire come organizzare la piantina (si consideri che abbiamo 12 m² per progettare una casa con tutto quello che serve per sopravvivere). Gli interni devono essere molto robusti, perché nel deserto il mezzo è soggetto a molte sollecitazioni a causa delle dune e del suolo irregolare.
Importante è anche trovare il modo di sfruttare le energie: ad esempio il frigorifero si scalda, e questo calore lo si può sfruttare per scaldare il bagno. Spesso sono gli stessi clienti che ci danno indicazioni: l’ultimo ha voluto la doccia subito all’ingresso perché quando risale dal deserto può lavarsi subito. In questo modo si consuma molto spazio, però per lui era una questione prioritaria e noi seguiamo l’esigenze del cliente.
C’è un prototipo ideale di cliente che chiede i vostri lavori? Chi è che commissiona questi mezzi?
Non c’è una tipologia specifica di clienti. Questi mezzi sono pensati per ambienti estremi, principalmente vengono utilizzati per andare nel deserto, come in Marocco o in Oman, o in Siberia. Fondamentalmente lo richiedono persone che vogliono fare un cambio vita o prendersi una pausa dalla routine di tutti i giorni. O semplicemente fare un viaggio diverso.
Alcuni sono pensionati, altri giovani che vogliono fare un certo tipo di esperienza: si va da un estremo all’altro.
Andare incontro alle necessità del cliente e creare un rapporto di amicizia: questo è un partner!
Si respira “aria di Würth” nella vostra officina. Su quali criteri vi basate per la scelta dei vostri fornitori?
Qualità, disponibilità, simpatia (o quanto meno il rispetto). Se una persona si comporta in maniera sleale, può avere il prodotto migliore sul mercato, ma o cerco un altro venditore o lascio perdere. Perché per noi conta soprattutto il rapporto umano, il fatto di potersi fidare e instaurare un rapporto di amicizia. Il prodotto però deve essere più che valido: qualità Würth!
Qual è il punto di forza di Würth rispetto agli altri?
Il vantaggio principale è che hai un partner dove trovi di tutto: è raro che ci siano dei prodotti ddi cui abbiamo bisogno che non siano in gamma per la Würth.
E poi il rappresentante! Manuel oltre che un venditore è anche un amico. Quando viene chiacchieriamo e intanto possiamo lavorare, chiedergli se ha questo o quest’altro prodotto e lui ci consiglia, fa lui l’ordine.
Poi abbiamo il Punto Vendita qui vicino, che è molto pratico. È capitato ad esempio che una volta avessimo urgenza di andare ad una fiera e ci servissero delle viti. Il gestore del negozio ha aperto fuori orario pur di venirci incontro: per me questo è un partner. Se mi manca un pezzo o qualcosa non va, tutto il lavoro si ferma.
In questo senso Würth rappresenta una garanzia, i ragazzi sono tutti molto in gamba!
Oltre ai Motorhome, siete specializzati anche nella realizzazione di oggetti di design. Qual è la creazione più “strana” che avere realizzato?
Una richiesta molto particolare che ci era arrivata era la realizzazione di uno strumento per un servizio di catering, partendo da un pupitre (cavalletto di legno inclinato e forato, su cui si pongono le bottiglie di spumante e Champagne prima dello scuotimento manuale, ndr).
Non ci era stato richiesto qualcosa di specifico, ma solo di “farci qualcosa”. Noi abbiamo pensato di incastrarci le bottiglie segate a metà, disposte in orizzontale, all’interno delle quali è stato servito il cibo. Abbiamo creato anche dei manici con delle mazzette da baseball che abbiamo incastrato per poterlo trasportare.
Altra creazione particolarmente “strana” è un tagliaerba in cui abbiamo inserito il motore di una falciatrice, il blocco differenziale, 3 marce lente e tre veloci. E viene utilizzato per andare in montagna. O ancora la motocicletta in legno.
Se ci prende la passione o se ci lanciano una sfida, è impossibile fermarci
Come è nata l’idea di creare una motocicletta in legno?
L’idea era nata circa 20 anni fa, forse anche di più. Frenky aveva trovato il motore che si azionava con la manopola a mano e, da sempre appassionato di cose antiche, non ha saputo resistere; una moto con l’azionamento a pedali si è già vista, con l’elettrico pure, ma con l’avviamento a mano mai!
Dovevamo farne solo una, poi in un mercatino d’antiquariato abbiamo trovato il cambio, e così due ore oggi, domani altre due, piano piano l’abbiamo finita. Tutto nei ritagli di tempo, la sua realizzazione ha richiesto in tutto 200 ore (circa quattro settimane). E funziona: viaggia a circa 70 km/h senza sidecar e a 30 km/h circa con il sidecar.
Sostenete che è il legno che “dice” se vuole diventare, se un tavolo o uno scaffale. Come lo fa?
Il fatto di essere nati e cresciuti in questa terra è sicuramente un vantaggio. La natura è la nostra vita, la nostra grande fonte di ispirazione: la natura genera arte!
Tante delle creazioni che realizziamo in realtà sono messe in scena della natura. L’acqua dei ruscelli, per esempio, lavora sulla pietra e la modella, un fulmine caduto su un tronco crea delle venature nel legno. Questo lo fa natura, e noi riusciamo a vederlo.
Chi dei due è più mente e chi più braccio?
Siamo entrambi sia mente che braccio. Quando a uno dei due viene un’idea, l’altro prende spunto per farsene venire un’altra, e poi un’altra e un’altra ancora. E insieme si sviluppa. A volte capita che pensiamo la stessa cosa e non ci lasciamo nemmeno il tempo di parlare, presi dalla foga di dirlo per primi.