La normativa di riferimento
Per progettare una linea vita è necessario fare riferimento alla norma UNI 11560:2022, la quale fornisce i criteri per l’individuazione, la configurazione, l’installazione, l’uso, le ispezioni e la manutenzione dei sistemi di ancoraggio in copertura.
In particolare, la norma tratta la progettazione di impianti anticaduta che utilizzano sistemi di ancoraggio puntuali, lineari e combinati, destinati all’installazione permanente da utilizzare congiuntamente ai sistemi di protezione individuale.
Analizza dettagliatamente i metodi per eseguire una corretta valutazione dei rischi preliminari alla progettazione, definendo le situazioni critiche che devono essere tutelate e prevedendo le misure idonee per eliminare o ridurre completamente il rischio di caduta.
Requisiti prestazionali e geometrici
Nella norma vengono chiariti i requisiti che deve avere il sistema di ancoraggio. Si tratta di requisiti sia prestazionali, ovvero il grado di efficacia dell’impianto anticaduta, che geometrici, con particolare riferimento agli aspetti relativi alla tipologia di copertura. Infatti, la progettazione dell’impianto anticaduta deve essere ottimizzata in relazione alle caratteristiche geometriche e strutturali della copertura.
LINEA VITA WÜRTH
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Indicazioni utili su come progettare una linea vita
A seguito delle considerazioni di cui sopra, è possibile affermare che non esiste una metodologia univoca per progettare una linea vita. La norma ha carattere prestazionale e non prescrittivo, per cui le indicazioni riportate hanno carattere generico di indicazione. Il progettista deve quindi progettare e scegliere i componenti in modo da:
Alcuni aspetti installativi
Suggeriamo di non sottovalutare anche gli aspetti puramente installativi dei punti in modo da limitare i rischi conseguenti a:
- durata di esposizione al pericolo degli installatori dei componenti anticaduta
- impermeabilizzazione della copertura
- aspetti legati all’estetica e all’architettura dell’edificio
- ponti termici
- costo dell’installazione e dell’approvvigionamento dei materiali.
La caduta
Ultimo, ma non a livello di importanza, l’aspetto legato alla “caduta”. Il paragrafo 5.2.1 “Generalità” della norma UNI 11560:2014 riporta che in fase di valutazione dei rischi legati alla progettazione di un impianto anticaduta permanente in copertura deve essere data priorità a una tipologia di impianto che impedisca la caduta dall’alto, evitando la caduta nel vuoto e trattenendo in qualsiasi situazione l’operatore all’interno della superficie della copertura.
Questa considerazione a livello progettuale è fondamentale per garantire la sicurezza dell’operatore. Impedendo la caduta nel vuoto e permettendo soltanto la caduta totalmente prevenuta o la caduta limitata viene ridotto al minimo il rischio di infortunio grave dovuto a tale circostanza.
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Fasi di progettazione (posizionamento planimetrico)
Tenendo in considerazione le indicazioni della norma UNI 11560:2014 di seguito verranno descritte, a titolo di esempio, le fasi di progettazione (posizionamento planimetrico) di due semplici coperture a due falde. Una copertura è stata progettata con componenti di tipo A, mentre la seconda è stata progettata con componenti di tipo A e componenti di tipo C.
TIPO A / CLASSE A1
Esempio di progetto di una linea vita tipo A / classe A1 con accesso alla copertura dall’esterno.
1. Misurare la lunghezza della falda (distanza L)
2. Riportare la lunghezza della falda (distanza L) dall’estremità del colmo verso l’interno della copertura e posizionare il primo componente anticaduta tipo A / classe A1 come riportato in figura 2
3. Ripetere la stessa procedura partendo dalla parte opposta della copertura e posizionare la seconda torretta tipo A / classe A1
Nota: Mediante questo metodo, l’operatore può operare all’interno della circonferenza evidenziata, eseguendo le corrette manovre di fune, con possibilità di caduta totalmente prevenuta (evitando la caduta libera / caduta nel vuoto)
4. Se la distanza tra i punti di ancoraggio d’estremità (distanza C) risulta inferiore della lunghezza della falda, non è necessario posizionare altri punti di ancoraggio; nel caso in cui la distanza tra torrette d’estremità (distanza C) superi la lunghezza della falda (distanza L), è necessario posizionare ulteriori punti d’ancoraggio a una distanza non superiore alla lunghezza della falda (distanza L)
5. Per limitare l’effetto pendolo è necessario porre in opera punti d’ancoraggio denominati deviatori di caduta. Il componente di deviazione caduta dovrebbe essere posto in opera a circa 2,3 metri dalla gronda e 2,3 metri dal padiglione. Tale distanza risulta necessaria per permettere all’operatore, collegato a un opportuno DPI (regolabile o di lunghezza massima di 2 metri), di poter raggiungere in sicurezza anche la parte più estrema della copertura
6. In corrispondenza dell’accesso posizionare un punto d’ancoraggio al quale l’operatore possa collegarsi in fase di risalita prima di sbarcare sulla copertura. La distanza del primo ancoraggio non deve superare gli 80 centimetri dalla posizione di sbarco, per poter permettere all’operatore di agganciare in sicurezza il proprio DPI. Il percorso di risalita deve prevedere punti d’ancoraggio a una distanza non superiore a 2 metri
TIPO C / CLASSE C
Esempio di progetto di una linea vita combinata, con linea di ancoraggio tipo C / classe C e punti di ancoraggio tipo A / classe A1 con accesso alla copertura da lucernaio.
1. Misurare la lunghezza della falda (distanza L)
2. Riportare la lunghezza della falda (distanza L) dall’estremità del colmo verso l’interno della copertura e posizionare il primo punto d’estremità tipo C / classe C come riportato in figura 2
3. Ripetere la stessa procedura partendo dalla parte opposta della copertura e posizionare il secondo punto d’estremità tipo C / classe C
4. Se la distanza tra i punti di ancoraggio d’estremità (distanza C) risulta inferiore a 15 metri (lunghezza massima possibile della campata unica), non è necessario posizionare altri punti di ancoraggio; in caso contrario è necessario posizionare punti intermedi con passapalo a una distanza non superiore a 15 metri
Nota: Mediante questo metodo, l’operatore può operare all’interno della superficie evidenziata, eseguendo le corrette manovre di fune, con possibilità di caduta totalmente prevenuta (evitando la caduta libera / caduta nel vuoto)
5. Per limitare l’effetto pendolo è necessario porre in opera punti d’ancoraggio denominati deviatori di caduta. Il componente di deviazione caduta dovrebbe essere posto in opera a circa 2,3 metri dalla gronda e 2,3 metri dal padiglione. Tale distanza risulta necessaria per permettere all’operatore, collegato a un opportuno DPI (regolabile o di lunghezza massima di 2 metri), di poter raggiungere in sicurezza anche la parte più estrema della copertura
6. In corrispondenza dell’accesso posizionare un punto d’ancoraggio al quale l’operatore possa collegarsi in fase di risalita prima di sbarcare completamente sulla copertura. La distanza del primo ancoraggio non deve superare gli 80 centimetri dalla posizione di sbarco, per poter permettere all’operatore di agganciare in sicurezza il proprio DPI. Il percorso di risalita deve prevedere punti d’ancoraggio a una distanza non superiore a 2 metri