Il controtelaio, chiamato anche telaio morto, falso telaio o cassa matta, è un elemento largamente utilizzato nell’edilizia italiana per la posa in opera dei serramenti. Impiegato inizialmente per differenziare le fasi lavorative e per evitare di portare i serramenti in cantiere durante la costruzione della struttura, oggi il controtelaio viene utilizzato per ben altri motivi.
In realtà gli aspetti che vengono fuori quando si parla di posa in opera di un controtelaio sono davvero tanti, e nel presente articolo cercheremo di trattare i principali:
Posa in opera controtelaio: i riferimenti normativi
La norma di riferimento in Italia relativamente ai criteri di posa dei serramenti è la UNI 11673-1, la quale definisce i requisiti di progettazione e verifica dei nodi con lo scopo finale di garantire in opera le prestazioni degli infissi.
In particolare la norma sin da subito afferma che tutti i requisiti richiesti si riferiscono in egual modo al nodo primario (muro-controtelaio) e secondario (controtelaio-Infisso).

Per quanto concerne invece le responsabilità di posa in opera del controtelaio, i riferimenti in termini di competenze sono definiti dalla UNI 10818. In particolare la norma afferma che la responsabilità di difetti attributi alla posa in opera del controtelaio sono da attribuire all’impresa edile che ha eseguito i lavori, mentre il serramentista rimane responsabile della qualità del controtelaio, qualora fosse stato lui a fornirlo.
Nonostante per la norma il responsabile della posa in opera del controtelaio sia l’impresa edile, salvo accordi diversi, sappiamo benissimo che in caso di difetti visibili, la committenza si rivolgerà al serramentista imputando la problematica ad un cattivo funzionamento dell’infisso. Per evitare questa spiacevole situazione il serramentista può, o meglio deve, informare l’impresa edile sul corretto modo di posa del controtelaio, in alternativa, la soluzione definitiva è quella per cui il serramentista posa direttamente il controtelaio così come ammesso dalla stessa norma previo formalizzazione contrattuale.
Posa in opera del controtelaio: vantaggi e svantaggi
L’uso del controtelaio è una pratica prettamente di usanza italiana, infatti nei paesi del nord Europa, come la Germania, non viene utilizzato e i serramenti vengono posati direttamente a contatto con la struttura eliminando di fatto il nodo primario. Questa procedura è possibile perché il loro modo di costruire è differente dal nostro, come sono differenti le tecniche delle maestranze, quindi oltre a motivi tecnici subentrano anche motivi di carattere culturali.

Tipologie di controtelai: quante ne esistono?
Inizialmente i controtelai più usati erano realizzati in legno per poi dare spazio a quelli metallici. Questi ultimi, ottimi dal punto di vista strutturale, hanno portato non poche problematiche dal punto di vista termico e quindi di isolamento. Il metallo di fatti è un ottimo conduttore termico, questo vuol dire che utilizzando un controtelaio di questo materiale non si fa altro che realizzare un vero e proprio ponte termico nella muratura dove quindi il calore interno viaggia disperdendosi verso l’esterno.

Come abbiamo visto nella parte normativa, la UNI 11673-1, richiede esplicitamente l’eliminazione dei ponti termici, ovvero di quei punti nel quale il flusso di calore rispetto agli altri elementi costruttivi è molto maggiore. Per questo motivo sono iniziati ad uscire in commercio diversi tipi di controtelai che eliminano il problema del ponte termico.
Tra i primi a comparire sono stati quelli dove si ha un listello di legno incassato in un’aletta di alluminio. Questa tipologia effettivamente non può ritenersi un ponte termico in quanto il legno è un buon isolante. La problematica più grande sta nell’aletta di alluminio, materiale che si trova a temperature sempre molto basse e che se a contatto con l’umidità la porta a condensare. Questo per dire che se non si realizza una corretta barriera al vapore interna, e quindi si lascia il vapore acqueo ibero di passare nel nodo, quando entrerà a contatto con l’aletta di alluminio condenserà trasformandosi in acqua. Questa è una situazione critica in quanto l’acqua all’interno del pacchetto murario porta a degrado strutturale e formazione di muffe.

L’evoluzione di questa tipologia quindi sono i controtelai realizzati interamente con materiali isolanti, come quelli qui sotto riportati.

Esempio di nodo primario di un serramento
Come al nodo secondario (telaio-controtelaio), anche al nodo primario del serramento la normativa richiede le diverse barriere funzionali:
- Tenuta agli agenti esterni
- Isolamento termico e acustico
- Barriera al vapore
- Fissaggio meccanico
Di seguito si illustra un esempio di nodo primario di un serramento per un giunto in battuta.

