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data driven

È ormai riconosciuto che l’approccio data driven è indispensabile per prendere decisioni strategiche per l’azienda. Secondo Carl Anderson, autore del libro “Creating a data driven organization”, l’essenza del modello data driven consiste nella costruzione di strumenti, abilità e una cultura aziendale che agisca in base all’analisi dei dati.

È necessario quindi utilizzare strumenti adatti a raccogliere e processare i dati, maturare abilità che consentano di interpretarli e interrogarli adeguatamente, nonché stimolare una cultura aziendale che interiorizzi l’importanza dell’analisi dei dati in funzione delle scelte strategiche che ogni azienda oggi è chiamata a prendere.

Supply Chain: come applicare l’approccio data driven?

Un’analisi della gestione aziendale deve necessariamente contemplare l’analisi della Supply Chain. Se la relazione azienda-mercato è parzialmente controllabile, la relazione tra azienda e fornitori presenta margini di manovra superiori. Sta in capo al management aziendale la responsabilità di analizzare i rapporti di fornitura e quindi effettuare le scelte più funzionali ad aumentare la redditività e a mantenere l’equilibrio economico dell’azienda.

Raccolta dei dati: meglio scegliere un fornitore tecnologicamente maturo

Lo stesso processo di acquisizione dei dati ha un costo per l’azienda in termini di personale impiegato e tempo investito. Raccogliere dati manualmente, riportarli a mano da conferme d’ordine, ddt, fatture, ecc. nel tradizionale foglio Excel, è un’attività time-spending che impiega le risorse umane in attività a basso valore aggiunto. L’azienda che vuole utilizzare un approccio data driven, nella selezione di un fornitore dovrebbe pertanto valutare la sua maturità tecnologica e la capacità di proporre soluzioni quali l’EDI (Electronic Data Interchange), una tecnologia informatica che consente di scambiare dati tra sistemi informativi senza la necessità di intervento umano. In questo modo, la raccolta dei dati diventa estremamente più veloce e precisa.

Analisi: quali dati chiedere al fornitore per ottimizzare la Supply Chain?

I fornitori sono potenzialmente in grado di fornire una mole di dati estremamente utili in fase di analisi per l’ottimizzazione della Supply Chain. Solo i più attenti alle esigenze dei clienti, tuttavia, mettono questi dati a disposizione. Oltre ai dati contenuti in conferme d’ordine, ddt e fatture, Würth, ad esempio, fornisce ai propri clienti report personalizzati su base giornaliera, settimanale o mensile contenenti dati come: numerica degli ordinisforamento budget, tonnellaggio movimentato, numero di spedizioni, distribuzione su più indirizzi di consegna, categorie merceologiche, ecc. Grazie a queste informazioni, è possibile effettuare scelte strategiche più puntuali per lo sviluppo del proprio business.

Report personalizzati: i vantaggi a servizio dello sviluppo del business

Gestendo digitalmente l’attività di reporting, è possibile raccogliere, elaborare e analizzare una grande mole di dati in tempo reale. In questo modo, il management aziendale può elaborare strategie di sviluppo del proprio business più accurate e puntuali. Grazie a queste informazioni anche i processi interni possono essere ottimizzati, consentendo all’azienda di beneficiare dei vantaggi del modello lean.

In particolare, poter contare su una reportistica periodica e puntuale da parte del fornitore consente all’azienda di ottimizzare la Supply Chain agendo:

  • sull’ottimizzazione dei processi aziendali
  • sull’efficientamento di scorte e trasporti
  • sull’ottimizzazione della gestione di risorse e personale
  • sull’impiego delle risorse umane in attività più redditizie.

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