Tutti abitiamo la città con i suoi elementi positivi, le opportunità, lo scambio e le connessioni, la bellezza e il brusio eccitante dell’attività umana. Ma la abitiamo anche subendone lo stress e gli effetti indesiderati che le priorità infrastrutturali generano: priorità alle auto, pochi spazi dedicati alla natura, scarsa manutenzione delle periferie e dei luoghi di comunità.
L’obiettivo in questo contesto è una città consapevole, sensibile alle esigenze delle persone che la abitano. Nella storia i progettisti si sono spesso occupati di progettare città e spazi in base alla cultura del tempo, ai bisogni e allo stato d’animo degli utenti; queste considerazioni erano però basate su fondamenti empirici, sull’esperienza e sulle ricorrenze dei fatti.
A cura di Open Building, società del Gruppo Contec che si occupa di innovazione nella progettazione e, in particolare, di digitalizzazione del processo edilizio e industrializzazione del mondo delle costruzioni.
Neuroscienze: ecco come progettare città consapevoli
Oggi progettare ambienti che tengano conto del nostro umore o che ci mettano in condizioni di sicurezza e comfort è possibile: lo spazio architettonico e urbano si possono costruire attraverso dati raccolti delle esperienze emotive e sensoriali. Le neuroscienze ci invitano a considerare gli spazi come soggetti e oggetti empatici, capaci di attivarsi e generare dinamiche, prevedere reazioni umane e reagire a queste reazioni.
In questo senso la città è sensibile, riceve, raccoglie e processa degli input attraverso tecnologie avanzate, sensori e rilevatori. Queste rilevazioni potrebbero generare all’interno della città dei cambiamenti semi-permanenti basati sulle attività urbane ricorrenti. Gli ambienti urbani potrebbero essere modellati e mutare in base all’uso più frequente che le persone ne fanno, all’ora del giorno, alle stagioni o ai cambiamenti atmosferici.
Potrebbe essere stimolato l’apprendimento dei bambini nel percorso verso la scuola generando scenari urbani che suscitano curiosità; potrebbero essere prevenute situazioni di pericolo, per esempio al termine di un evento sportivo, o potrebbe essere garantito il senso di sicurezza della strada nelle ore notturne regolando l’illuminazione circostante. Ci aspettiamo che anche i nostri edifici rispondano attivamente ai nostri bisogni, sviluppandosi in sintonia con le nostre città, garantendo facile accessibilità a luoghi e servizi, il contatto con gli elementi naturali e la migliore illuminazione naturale possibile.
Smart Building: elemento chiave nello sviluppo di città intelligenti
D’altra parte la città è un organismo che deve avere la capacità di convertire denaro ed essere efficiente e sostenibile per chi la abita. Le città intelligenti dovrebbero espandersi in un mercato multimiliardario entro i prossimi anni, principalmente basato sugli investimenti in tecnologia delle amministrazioni e dei privati che si stanno interrogando sulla necessità di migliorare infrastrutture energetiche, gestione e manutenzione del costruito e della mobilità. Una delle principali aree di crescita si svilupperà attorno al tema degli smart building, che è l’elemento chiave per lo sviluppo di tutte le città intelligenti.
La digitalizzazione a servizio della sostenibilità
Bisogna specificare però che il settore delle costruzioni, di cui gli smart building fanno parte, consuma circa il 60% delle risorse e produce circa il 40% delle emissioni di CO2 a livello mondiale, inoltre disperde attraverso la filiera circa il 50% del valore intrinseco.
Da questi dati capiamo quanto sia importante intervenire in modo radicale in termini di sostenibilità del settore e siamo convinti che la digitalizzazione sia la strada per farlo. La città sensibile e consapevole chiede alle sue infrastrutture e agli elementi che la compongono di essere collaborative dalla fase di pianificazione al completamento e alla gestione. Questo è possibile solo con strumenti avanzati che forniscono informazioni per pianificare, progettare, costruire e gestire edifici e infrastrutture più efficienti.
Senza strumenti e tecnologie avanzati a supporto del segmento di crescita degli smart building, gli sforzi per creare una città intelligente diventano esponenzialmente più complessi e il potenziale per la perdita di informazioni inevitabile.
Il ruolo chiave del BIM
Il processo di sviluppo di una città intelligente inizia con l’adozione del BIM (Building Information Management), il quale sta cambiando il modo in cui i team di progetto multidisciplinari collaborano in ogni fase per offrire efficienza e risparmio sui costi. L’industria delle costruzioni e i collaboratori del progetto, inclusi progettisti, costruttori, sviluppatori e ingegneri, devono essere attrezzati e pronti a gestire non solo l’afflusso di richieste “intelligenti”, ma anche i silos di collaborazione e comunicazione che questi progetti devono spesso affrontare.
Informazioni di progetto di alta qualità dai dati BIM consentono ai portatori di interesse di progetto di ogni fase di comunicare e coordinarsi dall’inizio. I dati sulle risorse, sia attuali che storici, sono disponibili nel cloud per la revisione e l’utilizzo da parte di tutti gli attori del progetto in qualsiasi momento. Potenziali incongruenze tra le discipline di progetto sono previsti e rivelati prima che qualsiasi lavoro di cantiere sia iniziato. Il BIM fornisce quindi i mezzi per condividere le informazioni mettendo in comune diverse competenze disciplinari.
Senza l’adozione del BIM, l’industria delle costruzioni perde tempo, denaro e la capacità di capitalizzare l’afflusso di progetti di città intelligenti in cui il panorama internazionale sta investendo.
A cura dell’Arch. Zeno Bolognani, Amministratore Delegato di Open Building.
SERVIZI INGEGNERISTICI PER LE AZIENDE
Il Gruppo Contec aiuta le organizzazioni a realizzare progetti e gestire gli investimenti negli ambiti ingegneria e progettazione civile ed industriale. Fornisce soluzioni innovative e integrate per consentire ai propri partner di concentrarsi sul proprio business.