Intervista a Giuseppe Di Grande, affermato ciclista negli anni ’90 che ha nel suo palmares un nono posto al Tour de France del 1998 (vinto da Pantani) e una vittoria di tappa al Giro d’Italia del 1997.
Oggi è un nostro collega in Würth.
1.Ciao Giuseppe! Raccontaci qualcosa di te
Mi chiamo Giuseppe Di Grande, ho 42 anni e sono un siciliano trapiantato in Toscana.
Sono l’ultimo di tre fratelli e sono sposato con Deborah. Abbiamo un cane di nome Gigio!
2. Parlaci della tua esperienza nel mondo del ciclismo e dei punti in comune con Würth
Lavoro in Würth da 5 anni (Festeggerò a maggio 2016) e la mia divisione è l’auto, la nostra azienda mi ricorda per molti aspetti la mia esperienza nel ciclismo.
Trovo moltissimi punti in comune tra il ciclismo e i top team per i quali ho corso (eg: Festina) e Würth: entrambi sono realtà che basano il loro successo sull’organizzazione e sull’attenzione al dettaglio di ogni corsa come quella di ogni vendita.
3. Meglio una grande tappa al Giro o un obiettivo di vendita raggiunto?
Il Giro* è sempre il Giro, la mia vittoria nel 1997 nella tappa da La Spezia a Varazze rimane un ricordo indelebile. Ammetto, però, che il raggiungimento di un obiettivo è sempre una grandissima soddisfazione professionale.
*Giro d’Italia in gergo.
4. Quale valore porteresti di Würth nel ciclismo?
Senza ombra di dubbio porterei la pazienza, intesa come freddezza e capacità di analisi.
Come per tanti venditori, capitano giornate in cui sei sotto tono, ma grazie ai tanti anni in Würth ho imparato che in ogni brutta giornata ci sono sempre spunti per fare meglio quella successiva.Ecco, quello che porterei di Würth nel ciclismo, è la capacità di fermarsi a interpretare sia le situazioni negative sia quelle positive, senza lasciare nulla al caso.
5. Quale valore del ciclismo, invece, porteresti in Würth?
Beh, il ciclismo è uno sport che ti insegna a lavorare su te stesso. Il sacrificio è un elemento che caratterizza questo sport, ogni salita che attacchi è una sfida ed un obiettivo. Allo stesso modo in Würth la conquista di nuovi clienti e il “recupero” di clienti inattivi è frutto di un intenso lavoro che fai su te stesso e sulle tue competenze. Quindi sacrificio e fame di successo sono due elementi imprescindibili sia in Würth che nel ciclismo.
6. Ci racconti la sua vittoria più bella nel ciclismo e in Würth?
La mia vittoria più bella nel ciclismo è il Giro d’Italia Dilettanti del 1995, una corsa affascinante che era un trampolino di lancio verso il professionismo.
Partii malissimo, non ero tra i favoriti e, dopo solo tre tappe di pianura, avevo 3 minuti di ritardo dalla maglia rosa. Ma non mollai e recuperai il tempo perso sulle montagne motivato dalla voglia di vincere e di dimostrare il mio valore.
In Würth il mio successo più bello è stato il raggiungimento del mio primo obiettivo che l’azienda mi aveva prefissato. Sono partito da un portafoglio clienti che non mi conosceva, con prodotti di un’azienda nuova ed un lavoro e metodologie nuove.
Era una sfida, che ho affrontato con lo stesso spirito del ciclismo e con un pizzico in più di spregiudicatezza, e lavorando molto su me stesso sono riuscito a scalare anche questa montagna.
6. Peggio una serie di ripetute o un cliente particolarmente ostico?
Molto meglio le ripetute, almeno quelle ad un certo punto le conosci e impari a temerle!
Un cliente ostico è una sfida enorme per un venditore e ogni cliente è diverso con problematiche e questioni diverse.
Ma vediamola in chiave positiva, come le ripetute ti fanno migliorare lo spunto in salita, i clienti ostici ti fanno migliorare l’approccio e il metodo di interpretazione delle esigenze della clientela.
*La ripetuta è la più diffusa tecnica di allenamento nel ciclismo, consiste in repentini scatti in salita distribuiti in frazioni di tempo prestabiliti.
7. Secondo te chi potrebbe essere, tra i ciclisti professionisti, un grande venditore?
Senza dubbio il mio caro amico Max Lelli (Ciclista professionista dal 1989 al 2004), il quale una volta chiusa la carriera nel ciclismo si è lanciato in un’attività imprenditoriale basata sulla precedente esperienza.
8. E chi potrebbe essere tra quelli di Würth un grande ciclista?
Il mio responsabile vendite di territorio è una persona molto determinata che non vuole rimanere indietro. E anche in bici ammetto che è un ciclista decisamente tenace!
9. Potresti fare un pronostico per il prossimo Giro d’Italia?
Per il prossimo Giro d’Italia ho in mente un favorito: Vincenzo Nibali. Mi ricorda molto l’Ivan Gotti del 1997, che andò molto piano al Tour di Romandia, ma che invece vinse alla grande il Giro dello stesso anno. Questo dimostra che anche quando la condizione è giù bisogna non mollare e continuare a puntare l’obiettivo.
10. Il corridore più forte che hai mai incontrato?
Vado controcorrente e dico il kaiser, Jan Ullrich una forza della natura, forte in salita, veloce in pianura e intelligente nel leggere la corsa. Il suo unico neo era forse la tendenza a metter su qualche kg durante l’inverno.