Sapevi che circa la metà del consumo di energia nel mondo proviene dagli edifici? I dati parlano chiaro: dalle costruzioni edili provengono il 40% di emissioni di CO2 e il 38% dei rifiuti, numeri che non possono essere ignorati, soprattutto a fronte degli importanti cambiamenti climatici a cui dobbiamo far fronte. Non a caso, l’Ecobonus 2019 prevede detrazioni fiscali anche oltre il 65% per il risparmio energetico.
Per questo motivo si è reso necessario adottare delle misure a tutela dell’ambiente anche nel settore dell’edilizia (come con la domotica), che sempre di più è chiamata a rispettare i criteri del green building.
Così entrano in gioco le certificazioni ambientali di prodotto, che attestano il livello di sostenibilità ed efficienza di una costruzione in relazione a una serie di parametri. Ogni protocollo utilizza diverse fonti, sistemi e criteri di valutazione. Ne consegue che la valutazione di uno stesso edificio può essere molto diversa a seconda del protocollo scelto.
Certificazioni ambientali di prodotto: quali sono le più importanti?
Il panorama delle certificazioni ambientali di prodotto è molto variegato, ma possiamo individuare tre protocolli principali:
- il protocollo britannico BREEAM
- il protocollo statunitense LEED
- il protocollo tedesco sviluppato dal DGNB
Protocollo BREEAM: edifici da uno a cinque stelle
Il protocollo BREEAM (Building Research Establishment Environmental Assessment Method for Buildings) viene dall’Inghilterra è sul mercato dal 1990. Questa certificazione ambientale di prodotto utilizza parametri prestazionali che sono individuati in base a obiettivi prestabiliti in relazione alla destinazione d’uso specifico dell’edificio, nonché alle sue caratteristiche di costruzione. I parametri sono relativi a numerose categorie, così come gli obiettivi di valutazione, che possono basarsi sull’efficienza energetica come sulla sostenibilità ambientale.
Questa certificazione ambientale di prodotto ha all’attivo oltre 250.000 edifici certificati in 50 Paesi diversi e si è sviluppata con criteri differenziati nelle varie nazioni, per esempio Paesi Bassi, Spagna, Norvegia, Svezia. I modelli di valutazione si basano sulla tipologia di edificio (nuovo residenziale e non residenziale, edifici pubblici, edifici esistenti, ristrutturazioni, ecc.) e la valutazione finale va da una a cinque stelle.
Protocollo LEED: obiettivi per lo sviluppo e la progettazione dei green buildings
Il protocollo LEED (Leadership in Energy and Environmental Design) è la certificazione ambientale di prodotto più diffusa al livello mondiale nell’ambito della bioedilizia, con 12.936 edifici certificati in 135 Paesi, e oggi è il sistema di riferimento per la progettazione ambientale ed energetica. La normativa LEED è nata negli Stati Uniti nel 1993 grazie allo USGBC (United States Green Building Council), è arrivato in Italia nel 2009 con il nome LEED per merito di GBC Italia, che ha svolto l’arduo compito di uniformato la nostra normativa e gli standard internazionali.
Il protocollo LEED definisce gli obiettivi per lo sviluppo e la progettazione degli edifici definiti “Green Buildings” in tutto il mondo: basti pensare che nel 2012 il GBC si è insediato in 92 Paesi. Le categorie di edifici classificati sono divise in residenziale, terziario, ospedali, scuole e aeroporti e la valutazione si basa su quattro livelli: green, silver, gold, platin.
Protocollo DGNB: non solo aspetti ecologici
La certificazione ambientale di prodotto elaborata dall’organismo tedesco DGNB(German Green Building Council), attivo dal 2007, tiene in considerazione l’intero ciclo di realizzazione dell’edificio, basandosi su 50 parametri relativi ad aspetti ecologici, economici, socioculturali, ma anche a efficienza di funzionalità, tecnologia e ubicazione. Il protocollo DGNB può essere applicato sia a edifici nuovi sia a strutture esistenti (uffici, amministrazione, industria, commercio, strutture ricettive) e a interi quartieri e la valutazione comprende tre livelli: gold, silver e bronze.
Con oltre 750 progetti nel mondo, il protocollo DNGB si è sviluppato tramite istituti nazionali in Austria, Svizzera, Bulgaria e Danimarca, ma è possibile certificare un edificio con il protocollo DNGB anche in Brasile, Cina, Grecia, Irlanda, Islanda, Italia, Lussemburgo, Montenegro, Norvegia, Polonia, Russia, Serbia, Slovenia, Spagna, Repubblica Ceca, Turchia, Ucraina e Ungheria.