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Ogni tipologia di tetto ha le sue caratteristiche, ma, volendo descrivere la stratigrafia di una copertura inclinata, si riportano i principali strati funzionali nei paragrafi seguenti.

A cura dell’Agenzia CasaClima.

Struttura portante

Le tipologie più diffuse sono quella in legno, in laterocemento, in calcestruzzo armato o in acciaio. In una copertura in legno con struttura a telaio, l’insieme delle travi portanti sorregge un assito continuo in tavole di legno, che costituisce l’elemento piano sul quale sono posati successivamente gli altri strati funzionali del tetto. Nel caso invece di coperture in laterocemento o in cemento armato la struttura può essere costituita da un piano continuo formato direttamente dal solaio inclinato che costituisce le falde del tetto.

Strato funzionale di tenuta all’aria

Si ottiene posando teli, membrane o pannelli opportunamente nastrati, che possono avere anche la funzione di freno al vapore, il cui ruolo è quello di regolare la diffusione e il passaggio del vapore acqueo evitando così la formazione di condensa negli strati della copertura e in particolare nel materiale isolante, compromettendone le prestazioni e la durabilità. Lo strato funzionale di tenuta all’aria nel caso di coperture in laterocemento è generalmente costituito dall’intonaco interno.

Isolamento termico

L’isolamento termico è imprescindibile per realizzare una copertura che rispetti i requisiti minimi di efficienza energetica e assicuri comfort interno: con un efficace isolamento (scelto e dimensionato correttamente) si riesce infatti ad avere una casa più calda d’inverno e più fresca d’estate, riducendo le spese per il riscaldamento e per il raffrescamento. Fondamentale è la posa della coibentazione che deve essere eseguita a regola d’arte, continua e tale da assicurare l’assenza di ponti termici.

Sono numerosi i materiali termoisolanti da utilizzare: dai pannelli di polistirene o di poliuretano, a quelli in lana di roccia o di vetro, fino ai pannelli in fibra di legno o in altri materiali ecologici e addirittura riciclati. Possono essere utilizzati anche nuovi materiali, come quelli ultrasottili o sottovuoto, ma considerati i costi ancora elevati sono usati solo in casi eccezionali o quando si hanno a disposizione spessori molto ridotti.

Impermeabilizzazione/strato funzionale di tenuta al vento

È lo strato che, insieme al manto di copertura, protegge l’edificio dalla pioggia battente. È in grado di fermare e raccogliere l’acqua nell’eventualità che attraversi il manto di copertura, ma anche la condensa che si può formare nello strato sottotegola, portandola verso il canale di gronda, dove viene smaltita dal sistema di raccolta delle acque meteoriche. Tradizionalmente formato da membrane bituminose nei solai con struttura in laterocemento, oggi può essere realizzato anche con teli e membrane di altri materiali, posati a freddo e senza l’ausilio della fiamma, riducendo così i possibili pericoli durante le fasi di lavorazione, in particolare nei tetti in legno. Generalmente l’impermeabilizzazione funge anche da strato di tenuta al vento.

Ventilazione

La caratteristica principale del tetto ventilato è la presenza di uno strato di ventilazione tra il manto di copertura del tetto (tegole, coppi, ecc.). La presenza di uno strato di ventilazione, se ben progettato, ha come obiettivi principali:

  • lo smaltimento dell’umidità generata all’interno dell’abitazione, favorendo l’asciugatura dello strato isolante;
  • la riduzione in estate della temperatura superficiale dello strato isolante, grazie alla circolazione dell’aria, e la conseguente riduzione del fabbisogno di raffrescamento interno;
  • facilitare il deflusso di eventuali infiltrazioni accidentali al di sotto del manto di copertura.

La ventilazione della copertura può essere realizzata con due distinti sistemi di circolazione dell’aria: sistemi di tetto debolmente ventilati (microventilazione) e sistemi di tetto normalmente o fortemente ventilati (macroventilazione).

Microventilazione – sottotegola

Per mantenere salubri e integri gli elementi del tetto è sempre necessario prevedere una microventilazione sotto tegola per evitare il persistere di umidità e la formazione di condensa soprattutto nel periodo invernale. Nei mesi estivi, questo tipo di ventilazione è meno efficace per la protezione dal calore.

Le tegole vanno posate su listelli affinché la ventilazione funzioni sotto di esse. È importante che la linea di gronda e il colmo siano liberi da ostruzioni e favoriscano la circolazione dell’aria.

Macroventilazione – sottomanto

Una forte o normale ventilazione si realizza tramite la creazione di un’intercapedine, di spessore costante, tra tegola e strato isolante:

  • l’aria entra dalla gronda e sottraendo calore all’isolante, per effetto camino, fuoriesce di nuovo a livello del colmo.

Questo sistema di ventilazione è particolarmente vantaggioso in estate perché l’aria durante il suo percorso raffresca l’isolante, riducendo la penetrazione del calore nella struttura. Affinché sia garantito un efficace flusso nello strato di ventilazione è necessario garantire un corretto ingresso dell’aria in prossimità della linea di gronda prevedendo dei sistemi, tipo griglie microforate, che consentono l’ingresso dell’aria, impedendo allo stesso tempo l’intrusione di insetti e piccoli volatili all’interno della camera di ventilazione.

Allo stesso modo, in corrispondenza della linea di colmo è opportuno prevedere delle soluzioni che consentano l’espulsione dell’aria riscaldata attraverso l’impiego di sottocolmi ventilati.

ATTENZIONE AL FISSAGGIO DELLE TEGOLE

La posa del manto di copertura con malte o adesivi è assolutamente da evitare poiché, oltre ad impedire la circolazione dell’aria, crea zone in cui l’acqua, proveniente da infiltrazioni o umidità, può ristagnare. Le conseguenze sono un rapido deterioramento del manto fino alla sua rottura per gelività

Manto di copertura

Sono molti i materiali che possono assolvere a questo ruolo: per i tetti a falde si possono utilizzare coppi o tegole (in laterizio o cemento) o manti in lamiera (in alluminio, rame, zinco, ecc.). Per i tetti piani possono essere usati ghiaia sfusa, pavimentazioni flottanti a quadrotti o in legno, pavimentazioni in ceramica o pietra naturale, ma anche tetti verdi.

I sistemi di posa e le strutture necessarie ad assicurare il manto di copertura possono variare notevolmente a seconda della struttura del tetto: vanno dal tradizionale sistema di listellatura in legno ai dispositivi metallici. Tutte le tecniche di installazione prevedono sempre anche pezzi speciali quali raccordi, tegole fermaneve, tegole per l’aerazione, comignoli e torrette per l’esalazione dei fumi, linee salvavita oltre alla lattoneria, ovvero canali di gronda, pluviali e altri accessori.

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