“Smart readiness” è un nuovo concetto di efficienza energetica degli edifici ( o Smart Buildings) con cui presto si dovrà entrare in confidenza. Ma cos’è lo Smart Readiness Indicator? Lo SRI è il sistema introdotto a livello europeo che servirà a determinare la predisposizione degli edifici alla “smartness”, per identificare quanto è possibile migliorare l’efficienza energetica e le performance degli stabili.
Ce ne parla l’Agenzia CasaClima, che da anni si occupa di efficienza energetica e sostenibilità nell’ambito dell’edilizia.
A cura dell’Agenzia CasaClima.
Cosa sono gli Smart Buildings e cosa significa “Smart Readiness Indicator” (SRI)?
La Direttiva Europea 2018/844/EU ha riconosciuto gli edifici intelligenti o “smart buildings” come un elemento chiave per lo sviluppo dei futuri sistemi energetici, basati su un importante impiego di risorse rinnovabili e caratterizzati da una notevole flessibilità nel gestire il fabbisogno energetico.
La Direttiva ha inoltre introdotto un quadro comune per la definizione di un indicatore in grado di quantificare il livello di “intelligenza” dell’edificio, detto “Smart Readiness Indicator” (SRI). Lo SRI si propone di caratterizzare la capacità di un edificio di sfruttare le nuove tecnologie per adattare le sue modalità di funzionamento alle esigenze degli occupanti e della rete energetica a cui esso è connesso, con l’obiettivo di conseguire alti livelli di efficienza energetica. Su incarico della Commissione Europea (Direzione Generale Energia), il consorzio costituito da VITO, Waide Strategic Efficiency, Ecofys e OFFIS ha sviluppato due studi, a valle dei quali è stata formulata una proposta di “Smart Readiness Indicator”.
L’Italia ha recepito la Direttiva Europea sulle performance energetiche degli edifici con D. Lgs. 48/2020. Tra le sue pagine, tuttavia, non c’è una netta presa di posizione sullo Smart Readiness Indicator che rimane attualmente adottabile su base volontaria.
Criteri di impatto ambientale delle abitazioni
L’indicatore proposto è di natura qualitativa e valuta sette criteri di impatto:
- risparmio energetico;
- flessibilità energetica;
- comfort;
- convenienza;
- benessere e salute;
- manutenzione;
- informazione per l’utente;
e nove tipologie di servizio:
- riscaldamento;
- acqua calda sanitaria,
- raffrescamento;
- ventilazione meccanica controllata;
- illuminazione;
- involucro dinamico dell’edificio;
- generazione e accumulo da font rinnovabili;
- ricarica di veicoli elettrici;
- monitoraggio e controllo.
Per ogni servizio sono definiti diversi livelli di funzionalità, ognuno dei quali rappresenta un diverso grado di “intelligenza” del sistema edificio-impianto. Per esempio:
- un livello di funzionalità “0” si riferisce ad un’implementazione di servizio non intelligente
- il livello più alto indica una funzionalità avanzata.
Ogni servizio intelligente può avere diversi impatti sugli occupanti, sull’edificio stesso e sulla rete, che sono raggruppati secondo i criteri di impatto sopra menzionati. Un set di pesi, differenziato sulla base delle condizioni climatiche europee e del tipo di edificio, può essere applicato ai livelli di funzionalità ottenuti nei diversi servizi, al fine di riuscire a calcolare l’indicatore sintetico SRI. Personalizzazioni ulteriori sono tuttavia consentite e previste per le singole realtà nazionali o regionali.
Decreto Legislativo 48/2020: applicazione dell’SRI in Italia
L’Italia ha recepito la direttiva europea sulle performance energetiche degli edifici con il D. Lgs. 48/2020. Uno dei principali punti della modifica della EPBD prevede proprio di sfruttare al meglio le cosiddette tecnologie intelligenti con la consapevolezza che un maggiore utilizzo delle tecnologie smart dovrebbe consentire notevoli risparmi energetici ed economici nella gestione degli edifici e allo stesso tempo consentire condizioni abitative più sane e confortevoli migliorando i livelli di comfort degli occupanti.
Il parametro dovrebbe dimostrare “a colpo d’occhio” all’utente se un determinato edifico è in grado di utilizzare soluzioni per la casa intelligente con
poco sforzo, sia in termini finanziari che di tempo. In questa formulazione esso è un numero percentuale che esprime quanto vicino (o lontano) è
l’edificio alla massima Smart Readiness: più è alta la percentuale e più esso è intelligente.
Nell’attuale disegno del SRI si identificano tre funzioni principali:
- la capacità operativa di adattarsi alle esigenze degli occupanti;
- la possibilità tecnica per facilitare un funzionamento e una manutenzione efficienti;
- la capacità di adattarsi in risposta alla situazione della rete energetica.
Alcuni studi effettuati mettono in luce alcuni aspetti che possono ostacolare la diffusione del SRI:
- la scarsa sensibilità e consapevolezza degli attori coinvolti;
- la scarsa conoscenza della normativa e della sua applicabilità;
- la vetustà e la scarsa valorizzazione del parco immobiliare italiano;
- la difficoltà a stimare con precisione i benefici ottenibili;
- l’elevata burocrazia dei processi e le tempistiche troppo lunghe.
Smart buildings: Progetto “E2I@NOI”
Il progetto FESR “E2I@NOI” di EURAC Research, Libera Università di Bolzano e Agenzia CasaClima, che vede tra i propri obiettivi lo sviluppo di infrastrutture e competenze sul tema degli edifici energeticamente intelligenti, segue da tempo il processo di definizione dello Smart Readiness Indicator e si interessa di valutare eventuali modifiche volte ad una sua più facile adozione sul territorio altoatesino e non solo. Dopo
aver pubblicato i risultati sulla valutazione della metodologia su alcuni edifici “campione”, i ricercatori/tecnici dei tre enti stanno preparando l’analisi di
un campione di edificio rappresentativo del parco edilizio locale per adattare lo SRI al contesto provinciale e migliorarne l’impatto nel territorio.
SRI ed edifici certificati CasaClima
L’Agenzia CasaClima all’interno del progetto FESR “E2I@NOI” sviluppato insieme ad EURAC Research e Libera Università di Bolzano ha condotto un’indagine sulla performance degli impianti finora installati negli edifici in Alto Adige.
Lo studio ha come obiettivo la successiva integrazione della valutazione con il parametro SRI all’ interno del software dedicato alla certificazione degli edifici CasaClima in modo da fornire ai progettisti e al committente una visione completa sia dell’efficienza dell’involucro e sia delle qualità e della performance del sistema impiantistico installato. Sono stati analizzati un campione di 4 diverse tipologie (residenziale, hotel, scuole e uffici) per un totale di quasi 60 edifici.
Ora è già possibile anticipare alcune considerazioni dello studio:
- esprimere un unico valore di SRI uguale per tutte le tipologie di edifici lo rende poco confrontabile, soprattutto riguardo alla differente gestione di edifici residenziali e non residenziali;
- esistono differenze all’interno delle diverse tipologie di edifici e, poiché il valore SRI è aggregato, dovrà essere analizzato nei singoli parametri
per valutare effettivamente quanto il valore sia influenzato dall’efficienza energetica e dal comfort.
Alla luce di queste considerazioni si ritiene che avere un unico valore di SRI senza descrivere le performance dell’edificio nelle singole tipologie di servizio fornisca in realtà poche informazioni utili sia per l’utente finale che per il progettista. Sarà necessario approfondire l’analisi e pensare piuttosto ad un
concetto di SRI illustrato come un istogramma equalizzato cosi come l’Agenzia CasaClima ha adottato nel label del sigillo per i ProdottiQualità CasaClima.
Altra riflessione deriva dal fatto che i valori di SRI raggiunti dagli edifici valutati sono per lo più al di sotto del 50% con uno score massimo pari al
100%. Alla luce di questo bisognerà capire se:
- il sistema di valutazione richiede configurazioni impiantistiche così tanto elevate da non poter essere sostenibili sotto l’aspetto costi benefici;
- gli edifici analizzati hanno realmente un potenziale di miglioramenti in riferimento dello SRI oppure i risultati sono stati influenzati dal fatto che la progettazione impiantistica degli edifici analizzati non è stata fatta in funzione dello SRI.
A cura di:
Ing. Giovanni Pernigotto, Ph.D. UNIBZ , Libera Universitá di Bolzano
Ing. Diego Menegon, Ph.D. EURAC Research
dell’Agenzia CasaClima.