La disciplina legislativa posta a garanzia dei crediti di lavoro negli appalti ha subito nel tempo importanti modifiche. Oggi tutto gira intorno a due norme fondamentali: l’articolo 1676 del codice civile e l’articolo 29, comma 2, del D.lgs. 10 settembre 2003, n. 276. In tema di appalti, è particolarmente arduo il contemperamento tra le esigenze di tutelare i lavoratori, a prescindere dal datore di lavoro, e quelle dell’impresa, di adattare la struttura produttiva in base a criteri organizzativi ed economici.
La responsabilità negli appalti è legata a responsabilità solidale e a diverse norme e articoli, dal codice civile con l’articolo 1676, ma anche l’articolo 29, comma 2, del D.lgs. n. 276/2003, la legge 20 aprile 2017 n. 49 ecc. La legge nel valutare l’operazione economica complessa che si realizza con il contratto di appalto e che coinvolge i contratti di lavoro, riconosce la sussistenza di un interesse comune in capo al committente e all’appaltatore, ed è tale interesse a giustificare l’operare della solidarietà.
L’UNI ha creato la nuova UNI EN 17687, scopriamola insieme.
Trasparenza, integrità e responsabilità sono componenti che rendono l’amministrazione della cosa pubblica efficace e trasparente nei confronti della collettività; questo include anche una corretta gestione degli appalti pubblici. A tal proposito, il quadro normativo dell’UE e la legislazione nazionale in materia forniscono già numerosi strumenti di prevenzione contro il verificarsi di potenziali irregolarità, ma a livello europeo è stata avvertita la necessità di disporre di adeguati standard incentrati sull’integrità e responsabilità nei casi di conflitto di interesse e nei requisiti di esclusione dei fornitori.
Nasce così la UNI EN 17687:2022 “Politiche di acquisto per la pubblica amministrazione – Integrità e responsabilità – Requisiti e linee guida“, sviluppata dal CEN/TC 461 (“Public Procurement”), la cui segreteria è tenuta dal SIS, l’organismo svedese di normazione. Ricordiamo che i lavori di questo comitato tecnico europeo nascono nell’ambito della Joint Initiative on Standardisation (JIS Action 11 “Pilot Project on Increased use of Standards in Public Procurement to better implement the public procurement Directives”, Output 3).
La norma ora pubblicata offre quindi linee guida e requisiti che garantiscono trasparenza e integrità durante tutto il processo di appalto, dall’identificazione dei bisogni alla consegna dei beni, servizi o contratti, assicurandosi che tutta la filiera sia organizzata e gestita nel rispetto di quanto riconosciuto a livello internazionale. Come sottolinea il CEN, per integrità si intende adesione a valori, principi e norme etiche condivisi. In altre parole, non si tratta solo di essere corretti con se stessi, ma di essere responsabili nei confronti di tutti gli stakeholder, lavorando in modo trasparente.
Le attività del CEN/TC 461, interfacciate dalla Commissione tecnica UNI/CT 40 “Servizi”, non si fermano ovviamente qui, ma intendono continuare ad esplorare la necessità di standardizzare i concetti generali dell’appalto pubblico, i termini e le definizioni, le buone pratiche e le guide per i processi di appalto.