Sta per prendere il via, in Friuli Venezia Giulia, il “Corso (breve) di avviamento alla serramentistica” progettato dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia – Direzione Centrale Lavoro, formazione, istruzione e famiglia, dall’Ente di formazione ENAIP FVG insieme a 12 aziende del territorio Udinese e della Bassa Friulana, che producono e installano serramenti. Anche Würth Italia ha raccolto favorevolmente l’invito a partecipare alla proposta formativa del corso.
Il corso di formazione è di 270 ore di cui 120 di stage svolto in una delle aziende attivamente coinvolte nella progettazione e realizzazione del corso. Le tematiche riguardano la fabbricazione e montaggio di infissi, telai e serramenti. Tra gli argomenti del corso ci sono: caratteristiche dei materiali e loro impiego, uso e funzionamento di utensili, attrezzature per posa in opera, centri di lavoro, troncatrici, trancianti ecc., costruzione dei serramenti: teoria e componentistica, basi di Autocad e rilievo delle misure.
Il corso nasce su commessa aziendale proprio per rispondere ad una specifica esigenza di formare del personale per l’inserimento lavorativo. L’operazione è cofinanziata dal Fondo Sociale Europeo nell’ambito dell’attuazione del POR.
Abbiamo intervistato l’ideatore e promotore del corso, Ivan Pravisano, funzionario tecnico-commerciale di un noto sistemista, che ci ha spiegato le ragioni che lo hanno spinto a proporlo e le sfide a cui deve far fronte il settore del serramento.
Com’è nato e a chi si rivolge questo corso di formazione che hai ideato e promosso?
Il corso è stato pensato in risposta alle molteplici richieste di supporto, ricevute quotidianamente da parte dei serramentisti, miei clienti o prospect, per un rafforzamento del loro organico sia di personale tecnico che per l’officina o la posa in opera.
Ho preso contatti con un istituto di formazione (Enaip) che mi ha mostrato, da subito, interesse e disponibilità a portare avanti il progetto. Qualche telefonata ai miei contatti tra i vari fornitori del settore, qualche scambio di idee con i serramentisti ed il progetto era già delineato.
Come ogni bella iniziativa, è nato dal confronto e dallo spirito di collaborazione di persone intraprendenti ma, anche, pratiche e concrete, che hanno compreso immediatamente l’opportunità che si stava prospettando.
Indossate le varie divise che contraddistinguono gli attori di questo comparto, ho realizzato, in quasi 30 anni, che, per fare il serramentista, basta tanta buona volontà, voglia di continuare ad imparare e pazienza perché, questo mestiere, è un campo minato dove, in ogni processo, si annida il rischio di commettere qualche errore e gli sbagli, al giorno d’oggi, si pagano molto più cari di quando hanno iniziato i nostri padri.
È un mestiere alla portata di tutti e, quindi, anche dei giovani che non hanno mai “girato una vite”.
Quali sono le prospettive concrete occupazionali per i partecipanti?
L’interesse e l’aspettativa, da parte delle aziende, è molto alto e c’è quasi “fretta” di poter contare su nuove risorse perché sono molti anni che non si affronta un progetto come questo e i giovani, nel mondo della serramentistica, sono molto pochi.
È sempre più frequente sentir dire da un serramentista: “non prendo più lavori perché sono pieno fino a…” ma le motivazioni possono essere due: ha migliorato le sua qualità e i suoi prezzi, oppure ha meno personale. In ambedue i casi, aiutarlo a trovare nuove risorse diventa un classico esempio di operazione in cui vinciamo tutti: vince lui che potrà lavorare di più e meglio, vince il giovane che trova un lavoro stimolante e pulito e vinciamo noi fornitori, che avremo un cliente che produce di più e, quindi, comprerà di più.
In un mercato che sta esplodendo, soprattutto grazie ai vari ecobonus messi a disposizione dal Governo, strutturare adeguatamente i propri clienti è una strategia a medio-lungo termine sicuramente vincente.
In Italia come sta il settore del serramento?
La globalizzazione spinge all’accorpamento, alla fusione, alla creazione di grossi poli industriali e comporta la riduzione delle piccole aziende, che mal si prestano ad un controllo e ad una gestione “moderna” del mercato. Attraverso la burocrazia si indebolisce il piccolo artigiano con oneri e compiti che vanno ben oltre la produzione e la posa di un infisso.
Senza il supporto di noi fornitori, il piccolo e medio serramentista sta arrivando alla pensione e il patrimonio di professionalità, creatività, esperienza maturata in decenni di presenza sul campo, errori fatti e problemi risolti resterà con lui invece che essere tramandata in future generazioni di costruttori di finestre, porte e facciate.
Quali possono essere le conseguenze di una carenza di personale qualificato?
La rassegnazione alla mancanza di prospettive di sviluppo fa sì che si tenda a “vivere alla giornata”, si cerchi di fare “quel che si riesce” con le risorse disponibili che, anno dopo anno, si riducono anche perché, oltre che a non poter o voler investire, si cerca pure di ridurre i costi per aumentare il profitto.
Senza un piano di sviluppo che coinvolga un po’ tutti i produttori, gammisti, fornitori ma anche gli imprenditori serramentisti, non resteranno che tante belle finestre da installare ma senza produttori a costruirle.
È ovviamente un’estremizzazione ma questa tendenza, che ha iniziato già parecchi anni fa a segnare la direzione, è un processo lento, che, come per la famosa storia della rana bollita, non ci ha permesso di comprendere gli effetti a lungo termine, delle nostre azioni o mancanza di esse.
Chi avrà bisogno di infissi dovrà andare a prenderli in un qualsiasi show room che acquisterà le finestre prodotte in paesi in cui la manodopera costerà meno e, a quel punto, in Italia non si venderanno più profili, vetri, accessori, utensili e attrezzature.
Il passo successivo, per i cantieri più importanti, vedrà i posatori arrivare assieme alle finestre. Quel che è peggio, nel giro di una generazione, è che non sapremo più nemmeno farle le finestre.
Sono principalmente queste le ragioni che ti hanno motivato a prendere l’iniziativa?
Lo confesso, non sono mai riuscito a tirarmi indietro quando qualcuno mi chiede aiuto e non sono nemmeno riuscito a fermarmi quando le risorse che avevo non bastavano. Mi piace fare la differenza e provare a fare qualcosa di diverso da quello che già c’è, se può servire a soddisfare le necessità dei miei clienti e della mia azienda.
Frequentemente trovare soluzioni che soddisfino tutti è più realizzabile di quel che si pensi e a fermarci è, troppo spesso, il “ma tanto ci hanno già provato”.
La ragione principale, quindi, per cui ho intrapreso questa iniziativa è: “perché serve!” e renderò disponibile il format affinché il progetto possa essere realizzato e, sicuramente, migliorato e implementato in ogni provincia d’Italia.
Cosa consigli a chi voglia replicare un’iniziativa analoga in altre regioni?
Consiglio di partire immediatamente perché il mercato, almeno per i prossimi 5 anni, sarà un’esplosione di richieste e migliore sarà la “struttura” dei Vostri clienti, maggiore sarà il vostro business.
Non sono richiesti impegni importanti perché il corso si basa quasi esclusivamente sulle competenze di chi opera sul territorio ed ha diretto interesse a far crescere il mercato. Una giornata a testa “offerta” dai vari tecnici, rappresentanti e promoter è quello che ha fatto partire quest’iniziativa e si arriva alle 150 ore di formazione teorica.
Un buon supporto è stato dato dalla stessa scuola Enaip disponibile a coprire, con i suoi docenti, la formazione non strettamente legata al mondo della serramentistica come il disegno Autocad, la sicurezza, la saldatura, eccetera; ma ho cercato di coinvolgere il più possibile gli attori principali del territorio come i fornitori di accessori, di prodotto finito, di materiali vari, di vetri, trovando, come quando ho scambiato proficuamente idee e proposte con il vostro ing. Davide Tabbì, sempre entusiasmo e positività oltre che assoluta disponibilità sia personale che aziendale a supportare il progetto.
Le aziende hanno appoggiato l’iniziativa per ragioni analoghe alle tue o per convenienza?
L’essere umano è strano; spesso, soprattutto al giorno d’oggi, siamo costretti a nascondere la nostra generosità e altruismo dietro ad una facciata di opportunismo piuttosto che fare il contrario. Nessuno crede alla generosità ma molti comprendono la convenienza.
È importante farsi comprendere ed è stato efficace ricordare che ogni azienda che assume una persona produrrà di più e, quindi, comprerà di più.
In realtà, ho trovato in tutti uno slancio di generosità istintivo e reale di chi ha capito che c’era la possibilità di poter influire sul futuro anche se solo gettando questo piccolo seme.
Con che ruolo parteciperà Würth Italia?
Non ho la presunzione di dire che questo corso riuscirà a formare completamente qualcuno ma spero possa dare un’infarinatura generale sulle principali competenze necessarie a muoversi tra le mine senza saltare in aria. Indicare i pericoli, far comprendere, socraticamente, quante siano le cose che i partecipanti non sanno, per stimolare la loro curiosità ed il loro interesse e mandarli nelle officine in modo tale che, quando gli chiederanno una torx da 3×10, un avvitatore con la punta adeguata od un nastro sigillante autoespandente 15/4-7 MM VKP PLUS non arrivino con un tassellatore, una chiave a brugola ed un pezzo di scotch trasparente.
A parte gli scherzi, chi se non una persona entusiasta e competente come l’Ing. Davide Tabbì potrebbe trasferire quelle nozioni di base sugli utensili, le viterie, le attrezzature ed i materiali per la posa per i quali prodotti proprio Würth è leader indiscusso?