Per la rubrica mensile Ideas for Managers, abbiamo intervistato Peter Baecher, Head of Logistics in Würth Italia, con il quale abbiamo affrontato la tematica della logistica aziendale, cercando di capire come misurare le performance, quali sono i vantaggi di una maggiore automatizzazione e di individuare le sfide a cui va incontro oggigiorno.
Quali sono i principali indicatori di performance da considerare per valutare lo stato di efficienza della propria logistica?
Nel panorama attuale ci si basa su due tipologie di indicatori: gli indicatori classici, sempre validi in qualsiasi settore, come il grado di servizio, alta disponibilità della merce, il numero alto delle referenze in stock e la qualità della consegna. Dall’altra parte ci sono degli indicatori “nuovi” che rendono protagonista il cliente stesso. Questi inducono a orientarsi sempre di più al cliente e alle sue esigenze. In questo ambito vengono valutati l’affidabilità, ovvero la capacità di mantenere gli accordi stipulati col cliente; la trasparenza, quindi la comunicazione tra cliente e fornitore; la possibilità di adattare il processo standard alle particolari esigenze del cliente. Tutto questo con lo scopo di distinguersi dal competitor e di essere fonte di ispirazione ai suoi occhi.
L’automatizzazione è probabilmente il processo più in auge nel settore. Ma basta automatizzare per ottenere migliori risultati?
L’automatizzazione è sicuramente un tema molto importante nell’ambito della logistica, Per ottenere i migliori risultati dobbiamo valutare i pro e i contro dell’automatizzazione, e valutare bene il grado o livello di automatizzazione che uno vuole ottenere.
In generale un vantaggio dell’automatizzazione è la maggior produttività e quindi la riduzione dei costi, ma anche la qualità, quindi la possibilità di ridurre gli errori. Altri vantaggi possono essere una maggiore sicurezza e una maggiore ergonomia per il personale, in quanto il lavoro pesante può essere demandato a una macchina un robot.
Dall’altra parte dobbiamo considerare anche gli svantaggi, quali una minore capacità di personalizzare un processo e una minore scalabilità: un processo automatizzato è meno flessibile per quanto riguarda la fluttuazione della domanda, ovvero in caso di forte crescita o forte diminuzione dei volumi.
Sono tutti aspetti da considerare, serve fare un business case per valutare se è da automatizzare o quantomeno semi-automatizzare un processo.
Come capire quali investimenti possono effettivamente accrescere il valore nella catena logistica di un’azienda?
Oggi più che mai l’idea di fondo che deve guidare un’azienda nella selezione degli investimenti è sicuramente il “customer oriented thinking“: questo significa prediligere soluzioni che portino un valore aggiunto al cliente in termini di servizi, disponibilità, velocità e qualità. Chiaramente questo concetto va affiancato da quelli tradizionali, quali il ROI, la produttività e la flessibilità, la capacità di investimento.
Quali sono le principali sfide attuali?
Le sfide sono tante ma vorrei porre l’attenzione su tre temi importanti:
- Multicanalità: riuscire a offrire al cliente più canali/modalità di rifornimento da poter scegliere; questo ha un forte impatto sulla logistica e sui processi.
- Digitalizzazione: quanto riusciamo a digitalizzare tutta la supply chain, dal fornitore fino alla consegna al cliente, interconnettendo tutti gli attori del processo.
- Essere riconosciuto come “systems supplier”: non apparire come un semplice fornitore di singoli componenti/articoli, ma offrire ai clienti un servizio a 360° tra gamma prodotti, servizi, servizi Logistici, e quindi creare una “win-win” situation tra fornitore e cliente.
Trasporti e consegne: quali sono i fattori da considerare durante il “last mile”?
In primo luogo è centrale l’importanza del corriere non solo come fornitore di servizi, ma anche come partner e specialista, che influenza attivamente la percezione che il cliente ha dell’azienda.
Bisogna poi tenere conto delle sfide che affrontano i corrieri quotidianamente, come la mancanza di personale qualificato, la crescita di consegne “piccole” (basso peso e volume), il traffico urbano, le alte aspettative del cliente in termini di velocità, le consegne “gratuite”, la reperibilità del destinatario al momento della consegna, la gestione di merce ingombrante e pesante, una struttura capillare, i picchi dovuti al “Black Friday” o al Natale, eccetera.
Nell’ottica della personalizzazione e del sapersi distinguere nel mercato un occhio di riguardo va posto sui servizi particolari, come pick-up-points, consegna al cantiere, consegne dedicate, appuntamenti, consegne in giornata o in poche ore, dirottamenti flessibili, trasparenza, tracciabilità in tempo reale.