I ricercatori e le ricercatrici di Eurac Research hanno condotto uno studio sull’efficacia delle misure di incentivazione per la transizione energetica in Alto Adige, confrontando il loro costo per la pubblica amministrazione con il loro impatto sulla riduzione di anidride carbonica. Lo studio è stato pubblicato di recente dalla rivista scientifica “Energies”.
La ricerca ha preso in esame tre tipologie di incentivi: per l’efficienza energetica degli edifici, per la mobilità elettrica e per la sostituzione delle caldaie alimentate da combustibili fossili. Il team di Eurac Research ha calcolato quanto costa alla pubblica amministrazione ridurre le emissioni di CO2 considerando l’incentivo in ognuno di questi tre ambiti (dati una serie di parametri chiave e valutazioni di impatto). Per ogni misura di incentivazione ha calcolato inoltre il potenziale complessivo di riduzione delle emissioni in Alto Adige, ipotizzando quanto questa misura potrebbe essere utilizzata.
“Conoscere entrambi questi dati è fondamentale per pianificare in modo attento il sistema di incentivazione pubblico verso la transizione energetica. Le misure hanno costi diversi ma anche impatti altrettanto diversi. Per esempio, dalla nostra analisi l’incentivo per sostituire le caldaie è quello che ha il costo minore per la pubblica amministrazione, considerando la CO2 che permette di risparmiare per ogni euro speso. Ma per come è impostato oggi, si può applicare a un numero di unità abitative molto contenuto”, spiega Wolfram Sparber, direttore dell’Istituto per le energie rinnovabili di Eurac Research.
Dati alla mano, l’amministrazione potrebbe decidere di ampliare le tipologie di abitazioni che possono beneficiare dell’incentivo e ridurre incentivi in altri settori, oppure di puntare su incentivi più costosi, come quelli che finanziano l’isolamento degli edifici, perché oltre a ridurre le emissioni hanno altri effetti: riducono il consumo energetico complessivo, aumentano il comfort delle abitazioni, sostengono indirettamente il settore dell’edilizia e contribuiscono a migliorare l’estetica delle città.
“È importante considerare che ogni somma spesa per incentivare la transizione energetica non ha effetti solo sulla riduzione di CO2 ma ha anche conseguenze economiche e sociali. La ricerca eseguita vuole essere uno strumento che permette di ragionare in modo preciso sui costi, per valutare i benefici diretti e indiretti in modo più attento” continua Sparber.
In tema di mobilità, la ricerca ha evidenziato che gli incentivi per il passaggio da un veicolo a benzina o diesel a uno completamente elettrico hanno un costo simile a quelli legati al risanamento degli edifici. Ciò che i risultati evidenziano in modo chiaro è che gli incentivi per la mobilità hanno un potenziale complessivo di riduzione della CO2 molto alto, soprattutto per gli incentivi che prevedono il passaggio a un veicolo completamente elettrico.
Nella ricerca è stata utilizzata una metodologia basata sulle curve MAC (curve di costo marginale di abbattimento – Marginal Abatement Cost Curve) che permette di calcolare quanto costa abbattere una tonnellata di CO2 utilizzando una determinata misura. “Le curve MAC sono già state ampiamente utilizzate per confrontare le misure di decarbonizzazione. Questo studio ne propone una nuova applicazione incentrata sul confronto dell’efficacia, in termini di costo, di diversi incentivi (in questo caso per edifici, trasporti e sistemi di riscaldamento). La metodologia proposta e i nostri risultati forniscono approfondimenti utili per supportare la pubblica amministrazione nel bilanciamento degli incentivi attraverso diversi settori energetici” spiega Matteo Prima, ricercatore senior di Eurac Research.
L’articolo “Assessing the Cost-Effectiveness of Incentives for Energy Transition Using Marginal Abatement Cost Curves” è consultabile sul sito della rivista “Energies”.
Articolo a cura di Valentina Ciolli, Comunicazione scientifica Istituto per le energie rinnovabili di Eurac Research.
credits foto: Ivo Corrà – Eurac Research