In questo periodo storico, ripensare l’energia è una sfida prioritaria per i tavoli europei che, tra serrati dibattiti e pareri contrastanti, hanno elaborato a tale scopo la nuova Direttiva sulla performance energetica degli edifici EPBD 2024/1275.
Questo articolo è pubblicato in collaborazione con Anima Confindustria, l’organizzazione industriale di categoria del sistema Confindustria che rappresenta le aziende della meccanica. La Federazione è formata da 30 Associazioni e gruppi merceologici e conta più di 1.000 aziende associate, tra le più qualificate nei rispettivi settori produttivi.
A livello nazionale ANIMA è socio fondatore di UNI (Ente italiano di normazione), a livello europeo ANIMA è socio fondatore e membro attivo di Orgalim (Federazione europea della meccanica).
Se tutti i comparti industriali sono chiamati a partecipare a radicali ripensamenti nell’ottica dell’impatto ambientale, la “Direttiva Case Green” riconosce al settore edilizio un enorme potenziale di efficientamento. Tra le varie soluzioni in fase di continuo sviluppo, l’idrogeno potrà ricoprire un ruolo fondamentale nella decarbonizzazione del settore. Per questo Assotermica (Associazione produttori apparecchi e componenti per impianti termici federata Anima Confindustria) come associazione rappresentativa di apparecchi e componenti per impianti termici, si impegna attivamente nell’argomento dell’idrogeno. Alla base dell’interesse vi è la convinzione che questo vettore energetico rivesta una grande importanza in quanto potenziale strumento per ridurre le emissioni di CO2 e il consumo di metano nel settore del riscaldamento, sia residenziale che non. Infatti, il nuovo PNIEC chiede uno sforzo molto importante nella copertura di questi consumi con fonti rinnovabili: Assotermica intende valorizzare tutte le tecnologie disponibili, consapevole che la decarbonizzazione degli edifici sia una sfida complessa che necessita di una pluralità di opzioni e che gli obiettivi ambientali ed energetici vadano coniugati con quelli sociali (costi della transizione per la collettività e costi per i privati).
Proprio per avere una fotografia precisa del grado di maturità tecnologica del mercato rispetto all’utilizzo dell’idrogeno è nato il progetto “ANIMA Hydrogen Ready”, un’indagine tecnologica sulla filiera dell’idrogeno rappresentata da Anima Confindustria. L’obiettivo è pervenire a una pubblicazione, nella veste di Catalogo delle tecnologie “ANIMA Hydrogen Ready”, che possa supportare il mercato con dati concreti, puntuali e statisticamente rilevanti circa la maturità tecnologica della filiera dell’industria meccanica Anima verso il vettore idrogeno. Da un lato si potrà stimare un indicatore che misurerà il livello medio di “readiness” all’interno di ciascun comparto. Dall’altro verranno presentate le “best practice“, ovvero l’identificazione puntuale delle aziende Anima “hydrogen ready“.
I risultati dell’indagine
I risultati preliminari del progetto Mappatura della readiness “Anima Hydrogen Ready” riguardanti il settore del residenziale sono stati esposti da Assotermica in occasione di MCE – Mostra Convegno Expocomfort nella cornice dell’Hydrogen Hub. Le tecnologie di riferimento considerate nell’indagine sono state: caldaie a condensazione, caldaie convenzionali, apparecchi ibridi factory made, pompe di calore a gas, scaldacqua a gas, bruciatori, generatori non residenziali, celle a combustibile, altro.
Dai dati raccolti è emerso che sempre più aziende si impegnano nella realizzazione di studi e progetti che includano l’idrogeno: l’indagine ha evidenziato che tutte le tecnologie hanno previsto investimenti nell’Hydrogen Readiness, ad eccezione delle caldaie convenzionali, indicando un calo d’interesse in questo dispositivo.
Al contrario, tutte le aziende produttrici di caldaie a condensazione che hanno partecipato all’indagine hanno incluso caldaie Hydrogen Ready nel loro catalogo: questo suggerisce una forte spinta verso l’adozione di questa tecnologia nel settore.
La maggior parte delle aziende ha segnalato che non ha avuto necessità di modifiche tecniche per adattarsi alla miscela al 20% di idrogeno, con alcune eccezioni in cui si è verificata la necessità di modifica delle valvole e dei bruciatori. Invece, tutte le tecnologie che utilizzano il 100% di idrogeno hanno richiesto modifiche tecniche, tra cui la sostituzione del gruppo di combustione, modifiche ai sensori e modifiche dei materiali. Sempre da quanto è emerso dallo studio, alcune aziende segnalano di avere già introdotto l’utilizzo di kit di modifica per convertire una caldaia all’impiego di idrogeno al 100%. In conclusione, l‘indagine evidenzia che allo stato d’arte, il settore degli impianti termici è pronto per l’integrazione della miscela con il metano al 20%. L’utilizzo dell’idrogeno non solo non compromette le prestazioni, ma migliora le emissioni, e la maggior parte delle apparecchiature non richiede modifiche significative.
Questi risultati preliminari confluiranno, quando anche gli altri settori Anima saranno pronti per la finalizzazione in forma aggregata delle risposte ricevute, all’interno del Catalogo delle Tecnologie “ANIMA Hydrogen Ready”, compresa la documentazione fotografica a supporto delle best practices che le aziende avranno deciso di condividere al pubblico. Oltre al settore degli impianti termici, il Catalogo includerà anche le altre tecnologie Anima, tra le quali, a titolo di esempio, forni industriali e bruciatori, caldaie industriali e attrezzature in pressione, impianti di cogenerazione, strumenti di misura, valvole e fitting, ecc.