Skip to main content

È operativo il laboratorio di Eurac Research pensato per supportare le aziende nello sviluppo di moduli fotovoltaici fuori standard

Articolo a cura di Eurac Research, centro di ricerca applicata di Bolzano che collabora con partner scientifici e industriali per lo sviluppo di innovazioni e tecnologie per la transizione energetica.

Si parte dalle celle e dai materiali che servono per collegarle e proteggerle, per poi arrivare a un prototipo di modulo fotovoltaico pronto per essere installato e testato. Grazie a questa nuova infrastruttura – che completa la serie di laboratori di Eurac Research in ambito fotovoltaico – gli esperti e le esperte di energie rinnovabili del centro di ricerca altoatesino possono supportare le aziende in ogni fase della filiera: in laboratorio si possono analizzare le caratteristiche dei materiali di partenza, l’efficacia delle combinazioni tra i componenti, assemblare moduli fotovoltaici fino a un metro quadrato in un apposito forno.

L’infrastruttura permette inoltre di testare i prototipi prodotti, installandoli su strutture ad hoc, ma anche di studiare la loro integrazione in facciate, coperture o altre soluzioni architettoniche e nelle reti elettriche.

La conferenza della Rete italiana sul fotovoltaico, organizzata quest’anno da Eurac Research a Bolzano, è stata l’occasione per presentare in modo ufficiale il laboratorio, realizzati con fondi PNRR del partenariato esteso Fondazione NEST. L’evento ha riunito a Bolzano circa 250 persone in rappresentanza di aziende, professionisti, associazioni e centri di ricerca attivi nel settore del solare.

Per realizzare un prototipo di modulo fotovoltaico di qualità si parte da un’accurata scelta degli ingredienti. Quanta luce fanno passare gli strati che proteggono le celle? Come si comportano con la temperatura e quanto velocemente invecchiano? Nel laboratorio di Eurac Research i materiali possono essere esaminati nel dettaglio prima di essere assemblati e poi si prosegue con la ricetta. Le celle vengono disposte su fogli di teflon e collegate con il nastro conduttivo che raccoglierà l’energia elettrica che producono. Poi vengono avvolte dai cosiddetti “incapsulanti”, materiali polimerici che hanno la funzione di proteggerle. A questo punto si aggiungono gli strati esterni: il supporto alla base e il vetro di copertura che può essere trasparente o colorato per integrarsi meglio con l’architettura dell’edificio. Il modulo così assemblato finisce nel laminatore, un forno che deve cuocere alla temperatura giusta e solo per il tempo necessario, in modo da non danneggiare il prodotto finale. Per finire, anche il modulo ottenuto viene analizzato, in laboratorio ma anche nell’area esterna che riproduce un impianto reale.

Il laboratorio è pensato in particolare per supportare le aziende nello sviluppo di moduli customizzati destinati a soddisfare esigenze specifiche. Sono per esempio moduli con il vetro colorato, pensati per integrarsi al meglio in contesti architettonici particolari come gli edifici storici, o moduli destinati all’agrivoltaico che vengono installati sopra terrenti coltivati e devono quindi produrre energia senza schermare completamente la radiazione solare verso le piante.

Prima di convertire una linea di produzione, i produttori di moduli possono testare i cambiamenti che vorrebbero introdurre e misurarne l’efficacia” spiega David Moser, responsabile del gruppo di ricerca sul fotovoltaico di Eurac Research. “É un’infrastruttura che collega ricerca e imprese ma che connette anche imprese diverse che vorrebbero lavorare insieme e che qui possono testare l’efficacia dei loro prodotti dentro a un singolo modulo fotovoltaico”.

Il fotovoltaico è un settore chiave negli scenari futuri di produzione energetica. I costi di produzione si sono abbassati notevolmente e ora serve innovazione per migliorare sempre di più i prodotti sul mercato. Questa infrastruttura completa la gamma dei servizi di test e delle consulenze che possiamo offrire alle aziende: possiamo produrre ed esaminare prototipi di moduli, misurarne le performance con test accreditati e sottoporli a cicli di invecchiamento accelerato. Abbiamo la possibilità di installarli su strutture che riproducono edifici o sistemi complessi di facciate, continuare a monitorarne le prestazioni e l’affidabilità e studiare la loro integrazione in reti elettriche con diversi sistemi di gestione e di accumulo. La varietà dei test che offriamo rende questo laboratorio unico in Italia e non solo” commenta Wolfram Sparber, direttore dell’Istituto per le energie rinnovabili di Eurac Research.

Articolo a cura di Elena Munari, Comunicazione scientifica Istituto per le energie rinnovabili di Eurac Research.

credits foto: Eurac Research

Lascia un commento