Come ogni anno, l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo ha pubblicato i risultati dello studio Food Industry Monitor. Dall’analisi svolta in collaborazione con il gruppo bancario svizzero Ceresio Investors, emergono dati incoraggianti riguardo la ripresa del settore agroalimentare, con previsioni di crescita continue per l’intero biennio in corso.
Indice dell’articolo:
L’industria agroalimentare è pronta a prendere il volo e a cancellare mesi di recessione
Lo studio, giunto alla sua settima edizione, ha preso in esame il 75% delle aziende del comparto agro-alimentare ovvero 854 aziende con un fatturato aggregato di 66 miliardi di euro. Si tratta di un campione decisamente ampio, che ha coinvolto medie e grandi realtà appartenenti a 15 diversi settori e operanti in Italia. I parametri presi in esame sono stati quattro: redditività, crescita, struttura finanziaria e produttività, fattori enormemente penalizzati dall’emergenza sanitaria dell’ultimo periodo. Nel 2020 la pandemia di Covid 19 ha infatti messo in ginocchio l’intero settore economico, colpendo anche le industrie alimentari che però, rispetto ad altri comparti, hanno registrato cali inferiori. La flessione della crescita è infatti stata dell’1%, un dato nettamente inferiore rispetto all’8,9% dell’economia del nostro Paese. Il calo in questo caso è stato causato soprattutto dalle contrazioni del settore Horeca che ha costretto le aziende agro-alimentari a posticipare gli investimenti alla fine del 2020, con risultati tangibili a partire quindi dai mesi successivi, come conferma anche l’osservatorio Food Industry Monitor.
Secondo questi dati il 2021 e 2022 segneranno un’inversione di tendenze con una percentuale di crescita prevista di quasi il 6% annuo, superiore quindi alla previsione di crescita del PIL nazionale, stimata al 4,5-5%. Uno dei risultati più interessanti riguarda il Roic, ovvero il rendimento percentuale che ogni azienda guadagna sul capitale investito. Secondo l’Università di Pollenzo, questo valore duplicherà, passando dal 5,6% del 2020 al 10,7% del 2021, sia per quanto riguarda l’import, sia l’export.
Quali saranno i settori in maggiore crescita?
Lo studio ha coinvolto aziende appartenenti ai comparti più disparati, dai distillati al vino, dalla pasta ai surgelati ma anche, ad esempio, prodotti da forno, dolci, caffè o farine. Secondo quanto emerso, a fare da traino saranno soprattutto i beni primari. Si stima che il comparto dell’olio registrerà un aumento del 18,5% e quello delle farine del 17,5%. Grazie alla riapertura delle attività commerciali e soprattutto della ristorazione, anche caffè, latte e derivati subiranno crescite importanti, rispettivamente del 15,3% e del 14,4%.
Incoraggianti anche le previsioni di alcuni comparti correlati: è il caso delle attrezzature alimentari, in crescita grazie agli investimenti incentivati dai piani di recovery. La sensibilizzazione verso il design ecosostenibile porterà invece a importanti operazioni di restyling che stimoleranno lo sviluppo del settore del packaging.
Sostenibilità e innovazione: le parole d’ordine che segneranno il futuro dell’industria agro-alimentare
Oltre a monitorare i trend di sviluppo, Food Industry Monitor analizza anche le strategie aziendali in tema di innovazione e sostenibilità e come queste influenzino il processo di crescita delle aziende. La maggior parte delle aziende intervistate si è mostrata piuttosto sensibile al riguardo. L’81% afferma di essere un’impresa sostenibile, il 78% offre almeno un prodotto sostenibile, il 44% sceglie i proprio fornitori anche in base alla loro sostenibilità e il 44% ha rivisto il packaging in ottica green.
Sono dati incoraggianti soprattutto se si considera che la maggior parte del campione (il 63%) ritiene che una politica sostenibile implichi un aumento dei costi. Eppure, nonostante questo, il 95% delle aziende dichiara di aver investito sulla sostenibilità negli ultimi 5 anni e l’80% di volerlo fare anche per i prossimi 3 anni.