Anche quest’anno è stato riconfermato il bonus ristrutturazione 2023 che prevede una detrazione fino al 50% sulle spese effettuate per interventi di manutenzione e riqualificazione edilizia. È un ottimo incentivo per tutti i tuoi clienti, compresi gli indecisi che ora saranno più motivati ad iniziare i lavori. Ma come funziona esattamente? Qui trovi tutte le informazioni, utili per rispondere alle domande della tua clientela.
FAQ:
Che cos’è il bonus ristrutturazione?
Quali lavori copre?
Che cosa non rientra nel bonus?
Quali sono le tipologie di spese detraibili?
Chi può richiedere il bonus?
Cosa succede in caso di trasferimento di proprietà?
Il bonus copre anche i lavori eseguiti privatamente?
Gli interventi antisismici sono compresi?
Il bonus è cumulabile con le agevolazioni di riqualificazione energetica?
Si può richiedere la cessione del credito e lo sconto in fattura?
Quali obblighi antifrode è necessario presentare?
C’è l’obbligo di comunicazione ENEA?
Come devo pagare le fatture relative ai lavori?
Che cos’è il bonus ristrutturazione 2023 e quando può essere richiesto?
È una detrazione fiscale sull’IRPEF e copre il 50% delle spese sostenute per lavori di riqualificazione edilizia o manutenzione ordinaria o straordinaria effettuati dal 26 giugno 2012 al 31 dicembre 2024 in abitazioni singole o in condomini. Il rimborso viene erogato in 10 quote annuali per un limite massimo di spesa fino a 96.000 euro.
Quali lavori copre il bonus ristrutturazione 2023?
Il dettaglio degli interventi coperti dal bonus ristrutturazione 2023 è elencato nel Testo Unico in materia di Edilizia, ovvero:
- lavori di manutenzione ordinaria, straordinaria, restauro conservativo, ristrutturazione edilizia o risanamento svolti in qualsiasi tipo di immobile residenziale e loro pertinenze o parti comuni di condomini;
- interventi di ripristino o ricostruzione di un immobile danneggiato da eventi calamitosi in un contesto in cui sia stato dichiarato lo stato di emergenza;
- esecuzione di opere finalizzate ad evitare incidenti domestici;
- opere di bonifica dell’amianto;
- sostituzione del gruppo elettrogeno di emergenza con generatori di emergenza a gas di ultima generazione;
- interventi destinati alla prevenzione di furti o altri atti illeciti;
- lavori per la realizzazione di posti auto pertinenziali o autorimesse, anche a proprietà comune;
- interventi finalizzati all’eliminazione di barriere architettoniche o strumenti che favoriscano la mobilità interna ed esterna all’abitazione per persone portatrici di gravi handicap.
Che cosa non rientra nel bonus ristrutturazione 2023?
Le detrazioni coprono le spese per la realizzazione dei lavori (materiali compresi), ma non le spese sostenute per il solo acquisto di materiali o strumenti destinati a questo tipo di opere. In pratica, il lavoro deve essere portato a termine, altrimenti non si ha diritto al bonus.
Quali sono le tipologie di spese detraibili?
Il bonus ristrutturazione copre le spese per:
- l’esecuzione dei lavori;
- l’acquisto del materiale;
- prestazioni professionali connesse al tipo di intervento;
- la messa in regola degli impianti elettrici come previsto dal DM 22 gennaio 2008, n. 37 degli impianti a metano (Legge 1083 del 1971);
- le relazioni di conformità;
- oneri di urbanizzazione;
- l’imposta di bollo, sul valore aggiunto e i diritti pagati per autorizzazioni, denunce di inizio lavori e concessioni;
- la progettazione e prestazioni professionali connesse;
- le perizie e sopralluoghi.
Chi può richiedere il bonus ristrutturazione?
Tutti i contribuenti, con residenza in Italia o anche all’estero, che pagano le imposte sui redditi e siano:
- proprietari o nudi proprietari;
- titolari di usufrutto;
- soci di cooperative o società semplici;
- comodatari o inquilini.
Cosa succede in caso di trasferimento di proprietà?
Se il tuo cliente ha acquistato un immobile in cui erano già stati effettuati interventi rientranti nel bonus ristrutturazione e se ci sono ancora quote residue di bonus, queste vengono trasferite in automatico a lui.
Il bonus copre anche i lavori eseguiti privatamente?
Sì ma, solo per i materiali acquistati, non per la manodopera.
Gli interventi antisismici sono compresi nel bonus ristrutturazione?
Sì, il bonus comprende tutte le spese sostenute tra il 1° gennaio 2017 e il 31 dicembre 2024 per interventi antisismici su edifici ubicati in zone sismiche ad alta pericolosità (zone 1, 2, 3). La detrazione è sempre del 50% su una spesa totale di 96.000 euro per unità immobiliare, ma in questo caso viene erogata in 5 rate annuali di pari importo. La detrazione aumenta se, a seguito degli interventi eseguiti, l’edificio passa ad una classe di rischio inferiore. Più tale riduzione del rischio è alta, più la detrazione sale, dal 70% fino ad un massimo dell’85%.
Il bonus ristrutturazione 2023 è cumulabile con le agevolazioni di riqualificazione energetica?
No e, visto che gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici prevedono al momento detrazione del 65%, quando possibile, conviene quindi usufruire di queste ultime.
Si può richiedere la cessione del credito e lo sconto in fattura? Come funzionano?
Sì, tutti coloro che hanno sostenuto spese per gli interventi di ristrutturazione edilizia negli anni 2020, 2021 e 2022 possono scegliere tra:
- utilizzo diretto della detrazione;
- sconto in fattura (in questo caso il tuo cliente avrà uno sconto sui lavori eseguiti e tu, in qualità di fornitore, dovrai quindi anticipare tale importo e lo potrai recuperare sotto forma di credito d’imposta);
- cessione del credito d’imposta a soggetti come banche o intermediari finanziari fino ad un massimo di 5 volte.
Quali obblighi antifrode è necessario presentare con il bonus ristrutturazione 2023?
Come stabilito dal Decreto Anti Frode, per ottenere il bonus ristrutturazione 2023 è necessario essere in possesso di:
- visto di conformità;
- attestazione di congruità rilasciata da un tecnico abilitato, in modo da accertare che non sia stato superato il limite massimo dei costi ammissibili per quel tipo di intervento.
Per il bonus ristrutturazione 2023 c’è l’obbligo di comunicazione ENEA?
Sì, ci sono 90 giorni per inviare la comunicazione, ma l’obbligo è legato soltanto alle tipologie di lavori specificate sul sito dell’ENEA.
Come si devono pagare le fatture relative ai lavori?
È necessario eseguire un bonifico bancario (o postale) parlante, dove andranno indicati:
- causale del versamento: “Bonifico relativo a lavori edilizi che danno diritto alla detrazione prevista dall’articolo 16-bis del Dpr. 917 del 1986”;
- codice fiscale del beneficiario della detrazione;
- partita IVA o codice fiscale del beneficiario del pagamento.