Non è solo tifo. È qualcosa di più profondo, di ineffabile. È quella sensazione che si annidava nello stomaco quando, da bambino, durante le vacanze estive, tutta la tua banda di amici si separava per correre a casa, “perché stasera c’è la partita“. La stessa sensazione che hai vissuto qualche anno dopo, correndo per raggiungere la stessa banda che, ormai cresciuta, guardava la partita in piazza, davanti al maxischermo.
È quella sensazione che ti ha fatto meravigliare e gioire allo stesso tempo del silenzio delle strade che si svuotavano mentre il fischio d’inizio si avvicinava. Magari correvi al bar con la sciarpa al collo, sperando di trovare ancora uno sgabello libero e una buona posizione per vedere la partita. Quante volte hai corso per la Nazionale, eh?
Hai pianto di gioia e di felicità durante i cortei in auto per festeggiare, perché la notte era ancora lunga e nessuno voleva accontentarsi e dire “è tardi”. Hai sorriso amaramente vedendo gli Azzurri accovacciarsi a terra mentre altri colori iniziavano a correre all’impazzata per il campo dopo il fischio finale.
Hai visto traverse e pali al 90° e bottiglie d’acqua benedetta versate in panchina al fischio iniziale. Hai visto l’urlo liberatorio di un gol al 120º minuto, vissuto momenti maledetti ma hai anche visto giocatori con codini… divini. Hai visto sudore e lotte, vittorie e sconfitte, ma soprattutto hai visto il coraggio di 11 ragazzi che sfidavano il mondo.
Hai vissuto tutto questo perché sei come noi che siamo #FissaticonlaNazionale.
Per l’arrivo degli Europei, vogliamo celebrare proprio quel coraggio, perché lo condividiamo e lo conosciamo bene. E perché, in fondo, siamo tutti innamorati di quel ricordo: “stasera c’è la partita”. Lo faremo attraverso il racconto di 10 partite: non necessariamente le più belle e vittoriose, ma sicuramente quelle più coraggiose!
Buona lettura!
Italia – Brasile 2-1 (1938)
Alla vigilia della semifinale della Coppa del Mondo, il superfavorito Brasile, con estrema sicurezza decise di non schierare alcuni dei suoi migliori giocatori, fra i quali la stella dell’attacco Leonidas. Un gesto determinante, che sottolineava la sicurezza con la quale la Seleção pensava di raggiungere la finale e di vincerla. I verdeoro, sul campo, dimostrarono la propria superiorità con una prestazione magistrale. Ma, nonostante la difficoltà dell’incontro, l’Italia si impose con due gol che non solo silenziarono i critici, ma confermarono anche la forza e il talento di quel gruppo così unito. Quel giorno, gli azzurri non solo vinsero una partita, ma conquistarono il rispetto e l’ammirazione di tutti coloro che assistettero a quella storica sfida.
Italia – Germania 4-3 (1970)
Nel mondo del calcio, Italia-Germania “quattroatre”, del 1970 rimane un’icona impareggiabile di coraggio e tenacia. Celebrata come la “partita del secolo”, fu uno scontro che ha lasciato un’impronta indelebile nei cuori dei tifosi. A partire dai quasi “scandalosi” 2 minuti di recupero concessi a fine dei tempi regolamentari (che secondo le abitudini dell’epoca furono davvero tanti e quindi scandalosi) al saliscendi di emozioni dei tempi supplementari, dove la partita si trasformò in leggenda: 5 gol in 17 minuti di gioco. Alla fine, la spuntarono gli Azzurri, mentre in Italia alle 2 di notte (visto che si giocava in Messico) iniziava a scoppiare la festa. Per commemorare la partita fu addirittura applicata una targa sullo stadio Atzeca di Città del Messico.
Inghilterra – Italia 0-1 (1973)
Nel 1973, a Wembley (il tempio del calcio per eccellenza) l’Italia affrontò l’Inghilterra in una partita “amichevole”, carica di tensione e polemiche. Fabio Capello, con un gol segnato sotto una pioggerellina fastidiosa, ribaltò lo scetticismo degli inglesi, che avevano deriso gli Azzurri etichettandoli come squadra di “camerieri” non professionisti (a causa del doppio lavoro di Giorgio Chinaglia, che aveva appunto dovuto mantenersi facendo il cameriere). Quel gol non fu solo un momento sportivo, ma un’affermazione del talento e del coraggio della Nazionale di fronte al mondo. La vittoria azzurra rappresentò un punto di svolta, dimostrando che il calcio italiano poteva competere e vincere contro le squadre più quotate del periodo. Quella giornata, con il suo risultato inaspettato, rimase impressa nella memoria degli appassionati, rappresentando un trionfo indimenticabile per l’Italia.
Italia – Germania 3-1 (1982)
Iniziamo dalla fine, ovvero da Pertini in piedi sugli spalti ad esultare, pipa alla mano, mentre si richiude la giaccia recuperando tutto il suo contegno presidenziale. Poco prima il meno contenuto urlo di Tardelli in corsa, aveva fatto impazzire l’Italia intera. Quel gruppo di azzurri, dopo un primo girone caratterizzato da ben 3 pareggi, aveva battuto di fila Argentina, Brasile, Polonia e Germania, conquistando la terza stella mondiale, pronta così ad essere esibita sul petto. Un’impresa compiuta non da favoriti ma sicuramente da squadra più coraggiosa, composta da un gruppo unito e indimenticabile.
Italia – Nigeria 2-1 (1994)
Più che la partita di Roberto Baggio, fu la partita di Bruno Pizzul. Il leggendario cronista sportivo che, per una volta perse quasi la sua consueta eleganza. Il perché? Un saliscendi di emozioni uniche, con gli Azzurri che arrivarono all’incontro degli ottavi di finale da ripescati. Al 25’ passò in vantaggio la rivelazione del torneo: la più carica e muscolosa Nigeria. L’Italia, rimasta in 10 dopo l’espulsione di Gianfranco Zola al ’75 riuscì a riprendere la partita grazie ad un assolo, all’88esimo, del “Divin Codino” Roberto Baggio. L’approdo ai supplementari fece rifiatare gli Azzurri che, chiusero uno degli incontri più belli del torneo solo al 102’ grazie ad un rigore firmato ancora da “Roberto”, com’era abituato a chiamarlo Pizzul. La Nazionale, in quel torneo arrivò fino alla finale, perdendo ai rigori contro il Brasile ma resterà per sempre uno dei gruppi più coraggiosi della storia azzurra.