La transizione verso un settore delle costruzioni a basse emissioni di carbonio rappresenta una delle sfide più significative e complesse degli ultimi anni. Il settore edilizio gioca un ruolo rilevante nel contribuire al cambiamento climatico, alla creazione di una società carbon neutral e nell’affrontare l’urgenza di limitare l’aumento della temperatura media globale a 2°C o – ancora meglio – a 1,5°C rispetto ai livelli pre-industriali, come definito dagli Accordi di Parigi.
Questo articolo è pubblicato in collaborazione con Habitech – Distretto Tecnologico Trentino Società Benefit, azienda nata nel 2006 con l’obiettivo di realizzare reti di impresa e filiere produttive specializzate nei settori dell’edilizia sostenibile, dell’efficienza energetica e delle tecnologie intelligenti per la gestione del territorio. È composta da 126 Soci (115 privati e 11 enti pubblici) e reinveste il 100% degli utili nello sviluppo di progetti innovativi e sostenibili di impatto reale. È una società certificata B Corp, Great Place To Work, Just e SI Rating e fa parte del Distretto Family Audit della Città della Quercia di Rovereto.
In questo articolo affronteremo dunque il tema della decarbonizzazione nel settore dell’Industria delle costruzioni, che nell’attuale contesto è responsabile del 37% delle emissioni globali di CO2 e del 30% dei consumi energetici globali. Illustreremo inoltre la differenza tra le emissioni di carbonio operative ed incorporate degli edifici (Operational Carbon e Embodied Carbon) e come queste impattano sull’ambiente complessivo.
Presenteremo strumenti come il CRREM, che possono fornire un’analisi completa e valutativa per supportare la transizione verso un settore delle costruzioni a basse emissioni di carbonio.
Affrontare la sfida della decarbonizzazione
La decarbonizzazione non può essere affrontata con una soluzione semplice o immediata, ma richiede un cambio di prospettiva verso un approccio sistemico che permetta di ridurre le emissioni di carbonio associate all’intero ciclo di vita dell’edificio contribuendo alla mitigazione dei cambiamenti climatici, al miglioramento del benessere degli occupanti e alla creazione di ambienti costruiti sostenibili.
Una sfida che coinvolge l’intera filiera e richiede l’impegno collettivo e sinergico da parte di tutti gli attori del settore. Accelerare la decarbonizzazione delle costruzioni in tutte le fasi è di vitale importanza per raggiungere gli obiettivi climatici 2050.
Verso un futuro net zero dunque, ovvero verso il raggiungimento di un equilibrio complessivo tra le sostanze climalteranti prodotte dall’uomo e la quantità rimossa dall’atmosfera (compensazione). In altre parole, il Net Zero Carbon – NZC – consiste nell’obiettivo di raggiungere “emissioni nette zero” di gas serra, allo scopo di contenere il riscaldamento climatico globale.
“Il settore delle costruzioni ha un impatto significativo sulle emissioni climatiche. Semplicemente adottare un approccio di neutralità carbonica potrebbe non essere sufficiente, in quanto potrebbe mascherare un aumento effettivo delle emissioni. È essenziale implementare una politica di riduzione delle emissioni, che sia accompagnata dalla neutralità carbonica su obiettivi annuali, al fine di affrontare adeguatamente questa sfida. L’obiettivo non è solo compensare le emissioni, ma anche ridurle attivamente per contribuire a mitigare il cambiamento climatico.” Così Vittorio Vezzali – responsabile Area Decarbonizzazione di Habitech – apre il confronto sul tema “Decarbonizzazione nell’edilizia tra strumenti e normative” nella bellissima cornice di REbuild, la due giorni dedicata al futuro sostenibile dell’edilizia che si è svolta lo scorso maggio al Centro Congressi a Riva del Garda.
Operational Carbon e Embodied Carbon: due prospettive complementari
La riduzione delle emissioni di carbonio nell’ambiente costruito va a toccare due contributi principali, quello dell’Operational Carbon e Embodied Carbon degli edifici. All’inizio di questo articolo abbiamo visto come il 37% delle emissioni globali di C02 siano da attribuire all’industria delle costruzioni, dobbiamo quindi fare una precisazione, un “di cui” importante: il 27% sono relativi ai consumi di operational carbon mentre il 10% riguardano l’embodied carbon.
La differenza tra operational carbon – carbonio operativo – ed embodied carbon – carbonio incorporato – riguarda i diversi tipi di emissioni di carbonio associati agli edifici. Il primo si riferisce alle emissioni di CO2 e di altri gas serra prodotte durante la fase di utilizzo e gestione di un edificio. Questo include ad esempio il consumo di energia per il riscaldamento, il raffreddamento, l’illuminazione, gli elettrodomestici e altri sistemi operativi, ed è strettamente influenzato dai comportamenti degli occupanti, dalle tecnologie energetiche utilizzate e dall’efficienza energetica dell’edificio.
D’altra parte, l’embodied carbon si riferisce alle emissioni di CO2 e di altri gas serra associate alla produzione, alla costruzione e al ciclo di vita dei materiali utilizzati per realizzare un edificio. Questo include l’estrazione e la lavorazione delle materie prime, la fabbricazione dei materiali da costruzione, il trasporto dei materiali, la costruzione dell’edificio stesso e, infine, la sua demolizione e smaltimento.
In sintesi, l’operational carbon riguarda le emissioni durante l’utilizzo dell’edificio, mentre l’embodied carbon riguarda le emissioni associate alla sua costruzione e alla gestione dei materiali impiegati. Entrambi gli aspetti sono importanti da considerare per ridurre l’impatto ambientale complessivo degli edifici e raggiungere gli obiettivi di sostenibilità.
“Negli ultimi anni, è stata posta molta attenzione alla riduzione delle emissioni di Operational Carbon – carbonio operativo – degli edifici attraverso l’uso di energie rinnovabili. Tuttavia, è altrettanto importante affrontare la sfida di ridurre l’Embodied Carbon – carbonio incorporato – durante la fase di produzione e costruzione degli edifici. Fino ad ora, abbiamo fatto progressi limitati in questo campo, ma finalmente stanno emergendo nuove tecnologie e approcci che affrontano anche questa problematica. Queste nuove soluzioni ci permettono di affrontare in modo più completo e integrato il problema delle emissioni di carbonio nell’intero ciclo di vita degli edifici.” continua Vittorio Vezzali all’evento REbuild.
Strategie e strumenti di decarbonizzazione, per un’analisi completa dalla culla alla tomba
Ci sono diversi strumenti e strategie di decarbonizzazione utilizzati per valutare l’impatto ambientale e promuovere la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio.
Tra questi segnaliamo CRREM (Carbon Risk Real Estate Monitor) nato negli ultimi due anni e sviluppato nell’ambito di Horizon 2020 (lo strumento di finanziamento alla ricerca scientifica e all’innovazione della Commissione europea), è uno strumento che mira ad accelerare la decarbonizzazione e la resilienza ai cambiamenti climatici del settore immobiliare nell’Unione Europea, fornendo adeguati percorsi di riduzione della CO2 su base scientifica a livello di proprietà, portafoglio e società. Il CRREM mira a integrare l’efficienza in termini di risparmio di carbonio ed i requisiti di retrofit negli investimenti, valutando e comunicando chiaramente i rischi finanziari associati a un basso rendimento energetico e quantificando le implicazioni finanziarie di un ambiente normativo più rigoroso per quanto riguarda l’intensità di carbonio sul parco edilizio. Ad oggi CRREM conta 30 service provider e in questi due anni ha già analizzato oltre 100 milioni di m2 di edifici costruiti.
Habitech – Distretto Tecnologico trentino è tra i primi 10 service provider CRREM, e può fornire altri strumenti in grado di elaborare un’analisi completa e valutativa per supportare la transizione verso un settore delle costruzioni a basse emissioni di carbonio.
Verso un futuro a emissioni Zero
La decarbonizzazione del patrimonio immobiliare è fondamentale per affrontare il cambiamento climatico. Il settore edilizio è responsabile di una significativa quantità di emissioni di Co2 e consumi energetici globali. Affrontare questa sfida richiede un approccio sistemico che consideri sia le emissioni operative che quelle incorporate degli edifici. È necessario quindi attuare politiche e azioni che riducano le emissioni di carbonio sia durante la fase di utilizzo degli edifici, sia durante la produzione e il ciclo di vita dei materiali da costruzione, per ridurre l’impatto ambientale complessivo degli edifici e raggiungere concretamente gli obiettivi di sostenibilità. Strumenti come il CRREM (integrato in un’ottica di Net Zero Audit) sono alcuni dei mezzi che abbiamo a disposizione e che ci permettono di affrontare in modo analitico e sistematico il tema della decarbonizzazione e promuovere, in maniera tangibile, la sostenibilità.
Articolo a cura di Eleonora Nicoletti di Habitech.