Parleremo di conservazione del valore monumentale dell’edificio storico, simulazioni ma anche di igrotermia e isolamento interno.
L’ intonaco esterno idrorepellente è sempre la scelta migliore per massimizzare la performance energetica di un edificio storico? E che importanza rivestono fattori climatici esterni come vento e radiazione solare? Ce ne parla Dario Bottino-Leone, autore di un recente articolo scientifico pubblicato per la rivista Renewable and Sustainable Energy Reviews.
Dario Bottino-Leone è un ricercatore dell’Istituto per le energie rinnovabili di Eurac Research di Bolzano che si occupa di simulazioni termo-igrometriche ed energetiche nel gruppo di ricerca dedicato al risanamento energetico degli edifici storici. Il gruppo di ricerca studia, verifica e sviluppa soluzioni di risanamento che pongano attenzione alla conservazione del valore monumentale dell’edificio storico. Molta attenzione è posta alla termoigrometria dell’involucro tramite indagini in-situ e in laboratorio sui materiali edili, monitoraggi e simulazioni.
Spesso le indicazioni fornite ai termotecnici riguardanti la scelta dell’intonaco esterno vengono concepite per climi su cui la radiazione solare ha un basso impatto; questo perché le accademie mitteleuropee, già da anni all’avanguardia sulla tematica, sono state le prime a fornire le linee guida per la loro progettazione. Rimane però la necessità di fornire delle indicazioni più specifiche sulla scelta degli intonaci esterni più adatti alle latitudini sud-europee, dove la radiazione solare ha un’influenza più marcata.
Lo studio, basato su simulazioni termoigrometriche, analizza le prestazioni di una parete isolata internamente in diversi climi e latitudini europee, con precipitazioni annuali simili e diverse quantità di radiazione solare e condizioni di vento per verificare l’ipotesi che sia possibile utilizzare parametri meno restrittivi riguardo la scelta dell’intonaco esterno a latitudini più soleggiate.
I risultati hanno confermato che gli intonaci esterni idrorepellenti potrebbero essere evitati nelle facciate con quantità consistenti di radiazione solare, con conseguenti risparmi economici e di risorse ambientali. Considerare correttamente l’azione del vento, inoltre, è fondamentale per dare una stima più precisa della pioggia effettiva che colpisce la facciata.
Articolo a cura di Dario Bottino-Leone, ricercatore del gruppo di ricerca sul risanamento energetico degli edifici storici di Eurac Research.
Il laboratorio si trova al NOI Techpark di Bolzano
credits foto: Marco Larcher – Eurac Research