La città cambia: negli edifici, nelle infrastrutture, negli spazi aperti, e per farlo apre cantieri: “non luoghi” percepiti negativamente dalle persone e attorno ai quali spesso si sviluppano accesi dibattiti. Politica e amministrazioni pubbliche si servono del cantiere, ma è soprattutto per le aziende che esso funge da leva reputazionale. La comunicazione di cantiere assume pertanto un ruolo importante sia nel facilitare la buona riuscita dell’opera sia nella sua percezione positiva.
Cantiere croce o delizia: come raccontarlo ai cittadini
Il cittadino deve essere posto al centro, in quanto può rappresentare un potenziale facilitatore, e non un ostacolo al raggiungimento dello scopo; costruire la narrazione di cantiere precede la realizzazione stessa del cantiere. Non è necessario spiegare il cantiere durante il suo svolgimento, ma è invece fondamentale raccontarlo prima per governare la percezione che si svilupperà dopo.
Instaurare un clima di fiducia, coinvolgendo i cittadini
L’informazione, che nei cantieri cittadini langue e che, se presente, è strutturata in modo inefficace, non è più sufficiente ed è da ritenersi superata: non basta più esporre il costo dell’opera ed essere al corrente delle tempistiche. Le comunità vogliono sapere quanto sono pagati i progettisti e gli operai, il costo dei materiali e la loro provenienza, vogliono maggiore trasparenza. Noi tecnici, in questo momento storico, dobbiamo sforzarci di recuperare la fiducia dei cittadini.
Coinvolgere i cittadini è il primo passo per instaurare fiducia tra i tecnici, le amministrazioni pubbliche e gli operatori. La relazione che si instaura attorno al cantiere dovrebbe passare per la condivisione di un valore reciproco e dello scopo per cui vengono avviati i lavori. Non si parla solo di grandi opere, ma anche di piccoli interventi sugli edifici o di manutenzione dell’infrastruttura, per cui il cittadino percepisce di essere parte di un processo e contribuisce a migliorare il proprio standard di vita e la qualità dell’ambiente urbano attorno a lui.
Il cantiere è un potente strumento di costruzione del consenso e della condivisione della strategia dello sviluppo della città, cioè un piano attuativo visibile e tangibile.
Come costruire l’accettazione dell’opera
Il luogo urbano è unico ma gli utilizzatori sono molteplici. Ogni cittadino ha storie, caratteristiche e bisogni diverse che, per l’operatore che decide di affrontare un cantiere, sono la base su cui costruire l’accettazione dell’opera.
Chi vive o frequenta un luogo in cui si insedierà un cantiere, immancabilmente, secondo la sua visione di singolo, affronterà un disagio, nonostante la dimensione del cantiere sia limitata, come può esserlo per un intervento di manutenzione stradale o di ristrutturazione edilizia. Ma se il tipo di intervento urbano cambia di scala, come un grande complesso edilizio o infrastrutturale, cambia di scala anche il numero di persone interessate a esprimere il loro disagio, arrivando a coinvolgere intere comunità.
Dibattito Pubblico per le grandi opere e processi di partecipazione
I processi di partecipazione fanno parte del piano strategico con cui i portatori di interesse vogliono affrontare la realizzazione dell’opera e devono essere integrati con la gestione delle informazioni e della comunicazione. Il cittadino è coinvolto se le informazioni sono chiare e se il linguaggio di esposizione è condiviso: con questi presupposti sarà in grado di mettersi in gioco e sentirsi libero di esprimere pareri e suggerimenti divergenti al dibattito.
La gestione del confronto avviene in gruppi che lavorano insieme alla creazione di un senso e co-creano uno scopo comune dell’opera, ovvero ne individuano il beneficio personale e comunitario, il miglioramento che l’opera comporta e il problema che risolve.
È significativo che il Dibattito Pubblico per le grandi opere sia diventato obbligatorio con il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri n.76/2018, con un documento che delinea i parametri e definisce gli interventi oggetto di interesse. Il Dibattito Pubblico può essere messo in pratica utilizzando vari modelli e strumenti, particolarmente interessanti sono l’unconference o il playdecide.
Un esempio di Dibattito Pubblico: il Progetto Navigli a Milano
Un esempio di processo che sta coinvolgendo una comunità territoriale è il Progetto Navigli. La prospettiva è quella della riapertura integrale in due fasi dei Navigli per una lunghezza di 7,7 km. Il progetto di riapertura è descritto nel sito dedicato dove sono presenti documenti tecnici, storici e tre chiari obiettivi dell’opera:
- migliorare la vivibilità e l’identità dei Navigli
- valorizzare luoghi e paesaggio urbano
- tutelare l’ambiente con meno automobili.
L’Amministrazione Comunale e MM Spa hanno ritenuto fondamentale coinvolgere i cittadini avviando un dibattito con lo scopo di presentare al pubblico il progetto e di raccogliere suggerimenti e proposte che possano migliorarne gli aspetti ritenuti più critici. Il coinvolgimento dei cittadini è libero e può avvenire in varie forme:
- partecipazione attiva agli incontri pubblici di presentazione del progetto
- uso del sito web per chiedere informazioni e inviare suggerimenti
- inserimento di suggerimenti e proposte nel Quaderno degli Attori
- organizzazione di incontri attraverso le associazioni del territorio, che rientreranno negli atti del Dibattito Pubblico.
In questo modo ogni cittadino ha potuto scegliere il suo grado di partecipazione, monitorare gli incontri attraverso il sito, consultare i Quaderni degli Attori, strumenti che contengono i contributi dei cittadini e delle associazioni, e avere un impatto concreto sul futuro dell’opera del luogo in cui vive.
Il Dibattito Pubblico è iniziato l’11 giugno e si è concluso il 24 settembre 2018 con la presentazione della relazione finale e dei quesiti, poi sottoposti ai portatori di interesse nei mesi a seguire.
Il ciclo dell’eroe
La vera sfida della comunicazione è far sì che le informazioni sui progetti siano corrette e complete, per evitarne la manipolazione, e condivise attraverso un sito web dedicato e i social media, piattaforme che costituiranno i touchpoint con le persone. Più l’informazione sarà trasparente, funzionale, multicanale e approfondita tanto più sarà utile sia al promotore dell’opera per evitare la generazione di alternative truth, sia al cittadino per acquisire informazioni vere in breve tempo.
La storia del progetto e del cantiere si costruisce attraverso il ciclo dell’eroe, in un intreccio in cui il cittadino è l’eroe che, pur avendo una consapevolezza limitata del problema o dell’opportunità che l’opera potrà generare, decide di superare la sua resistenza al cambiamento e al disagio, e di diventare il protagonista e il beneficiario del processo di trasformazione urbana.
In questo scenario l’intervento urbano va considerato come un evento e affrontato secondo tre stadi temporali:
Il Progetto Cool Construction a Copenhagen
Il Progetto Cool Construction è un ottimo esempio di processo partecipato e di comunicazione di cantiere analogica e digitale. È stato lanciato nel 2011, quando Copenhagen stava estendendo la rete della sua metropolitana aggiungendo 17 stazioni alle 22 esistenti. A causa delle minuscole dimensioni della capitale medievale danese, la maggior parte dei siti di costruzioni si trovano in zone residenziali strette e si insinuano in piccole piazze locali, che richiedono molta tolleranza da residenti e commercianti. Per questo gli attori coinvolti nella realizzazione dell’infrastruttura hanno trovato in Cool Construction un modo per trasformare in opere d’arte 21 recinzioni temporanee di cantiere a beneficio di residenti, imprenditori, visitatori e passanti.
Cool Construction è la più grande esposizione d’arte in Danimarca ed è finanziata dalla vendita di spazi pubblicitari su apposite sezioni all’interno dei tabelloni. Artisti, dilettanti, gente del posto potevano candidarsi sul sito web per diventare parte del progetto, mentre sulla pagina Facebook venivano comunicati l’avanzamento dei lavori e la realizzazione delle opere.
Cool Construction è un po’ come un museo a cielo aperto, ma più interessante, poiché la maggior parte dell’arte è interattiva e lo scenario continua a cambiare. Un grande progetto che trasforma i cantieri, abitualmente introversi, in opere interattive e che ha aiutato a creare spazi urbani. Ha accolto circa 300 artisti da più di 17 paesi e coinvolto più di 1000 bambini nei progetti artistici; secondo un sondaggio è stato apprezzato dal 93% degli abitanti. Ogni opera d’arte di Cool Construction non si limita a decorare i cartelloni del sito bensì molti pezzi raccontano anche la storia del vicinato locale o della parte della città in cui si trova il sito.
Articolo dell’Arch. Matilde Tessari, Strategic Designer di Open Building, società del Gruppo Contec che si occupa di innovazione nella progettazione, con particolare focus sulla digitalizzazione del processo edilizio e sull’industrializzazione del mondo delle costruzioni.
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