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Al Würth Customer Day 2020 era presente anche Carolina Kostner. La stella del pattinaggio sul ghiaccio ha invitato gli spettatori a continuare a investire nell’innovazione e nelle capacità tutte italiane che ci contraddistinguono sul mercato mondiale e poi ci ha concesso una intervista a tutto tondo sulla sua carriera e sui suoi progetti futuri.

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Carolina Kostner è la pattinatrice artistica sul ghiaccio italiana più forte di tutti i tempi. Portabandiera alle Olimpiadi invernali di Torino 2006 a soli 19 anni, è stata Campionessa mondiale nel 2012 e ha conquistato il bronzo olimpico a Sochi nel 2014. Nel suo palmarès vanta anche due argenti e tre bronzi mondiali e cinque ori, due argenti e quattro bronzi europei.


Sei stata da poco operata, quindi hai dovuto interrompere la tua carriera sportiva. Com’è andato l’intervento?

L’intervento è andato come previsto e sono molto soddisfatta. Ho iniziato la fase di recupero e ci vorrà un pochino di tempo, ma passo dopo passo si recupererà tutto e si ripartirà.


Hai dovuto saltare diversi appuntamenti sul ghiaccio, è stato difficile? Ti è mancato pattinare?

Di sicuro è difficile gestire tutto quello che mi tiene lontano dal ghiaccio perché il ghiaccio fa parte della mia vita ed è una cosa innata. Come per qualsiasi sportivo, guardare le gare da lontano non è semplice. Mi dedico però alle cose che non posso fare quando mi alleno tanto, come gli amici e la famiglia, o anche lo studio… mi tengo molto attiva! Ho festeggiato un compleanno alternativo perché ero a casa con i miei cari, è stato bello!


La tua carriera sul ghiaccio è iniziata quando avevi 4 anni, perché hai deciso di intraprendere questa strada?

Per me è stato un richiamo da dentro, ho iniziato a sciare e pattinare nello stesso tempo: in Alto Adige le famiglie sono molto attive e si trascorre molto tempo all’aperto. I miei genitori hanno sempre fatto sport, mio papà per esempio ha giocato a hockey ed è stato allenatore di hockey della Nazionale, quindi è sempre stato un orgoglio andare a pattinare. Ho iniziato a sciare insieme al pattinaggio, poi a un certo punto la scelta è stata naturale: già da piccola si vedeva che ero appassionata non solo alla tecnica, ma anche alla danza – spesso infatti mettevo i pattini in casa e graffiavo il pavimento! – quindi per i miei genitori la scelta non è stata una sorpresa.


Hai avuto una carriera costellata di successi. Riviviamo i momenti della tua ultima gara.

L’emozione che provi sono difficilmente descrivibili con le parole, soprattutto l’emozione che senti quando finisci una buona performance e sai che le avversarie non riusciranno a batterla. L’emozione di sapere che lo stadio era al 50% popolato da italiani. L’emozione dei miei genitori che mi guardavano. È stato un momento molto bello, ha coronato tanti anni di sacrifici e di ricerca per mettere i tasselli al posto giusto, è una bella soddisfazione.


La tua carriera è stata caratterizzata dal cambiamento come evoluzione dei tuoi obiettivi e dei tuoi risultati. Che rapporto hai con il cambiamento?

Il cambiamento è sempre un’occasione di crescita sia personale sia professionale. A volte il cambiamento arriva per necessità: con la crisi del 2008 per esempio molte persone sono state costrette a vivere dei cambiamenti lavorativi, di famiglia o di vita. La possibilità è quella di reagire e trovare delle soluzioni, mettendo in campo il coraggio di crescere e superare i momenti trasformandoli in forza.


Nella tua disciplina la costanza e l’impegno sono fondamentali per riuscire a raggiungere il risultato. Qual è il tuo rapporto con la costanza?

Ci vuole anche pazienza. Quest’ultima non ti fa fermare davanti al primo ostacolo ma ti fa andare avanti per trovare le soluzioni e riprovarci. Gli spettatori vedono le pattinatrici truccate e con il costume per 4 minuti, ma dietro ci sono anni di lavoro, sforzi e sacrifici, di una vita diretta da fatica, regole ferree, diete e pochi vizi. La cosa fondamentale è che impari l’importanza dell’impegno e della costanza, ma non ti dimentichi mai di vivere i momenti di divertimento con il tuo team, legati al superamento delle difficoltà insieme. Da adolescente, per esempio, ho visto più il mio allenatore dei miei genitori! Da quando avevo 14 poi ho vissuto all’estero e quindi ho creato un legame molto forte con il team che ti circonda e imparato a capire l’importanza di queste persone, perché dietro c’è uno squadrone di gente senza il quale non sarei mai arrivata a questo punto.

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Gli ingredienti fondamentali per il successo sono l’impegno, la costanza e la pazienza.


Ci sono stati dei momenti difficili, come quello che ti ha visto protagonista dello scandalo doping del tuo ex fidanzato. È stata accertata la tua totale estraneità alla vicenda e tu sei diventata la testimonial internazionale dell’organismo mondiale antidoping. Cosa ti ha lasciato quel periodo?

Dopo una vita combattuta nello sport in modo pulito, senza mai prendere scorciatoie, in quel momento è stato umiliante dovermi giustificare davanti all’accusa di doping, soprattutto con la consapevolezza che io non ho mai avuto nulla a che fare con il doping: da quel punto di vista era stato uno shock. Nel complesso è stato un periodo difficile da cui sono uscita con le persone che mi sono state sempre accanto, come i miei genitori, il mio staff, il gruppo sportivo che hanno creato un notevole supporto. La rivincita più bella è stata riuscire a tornare in gara prima del previsto ed essere testimonial dell’antidoping mondiale. Il messaggio più importante è che la vita prima ti fa cadere e poi ti insegna la lezione. È una cosa molto buffa, ma succede spesso e per me è il simbolo del non fermarsi mai, neanche davanti alle difficoltà. Bisogna guardare avanti, nel momento della tempesta suona banale quando qualcuno ti dice “poi passa”, però con il tempo le soluzioni si trovano e la cicatrice ti rimane, ma il dolore passa. Ti rende quindi più forte, più consapevole di te stessa, più responsabile, più attenta. Nei momenti di difficoltà non bisogna mai perdere la speranza di andare avanti e creare un mondo migliore. Per me un campione lo crei con il tempo, soprattutto nell’adolescenza. Nella mia esperienza, nell’adolescenza non accetti tutto quello che ti viene detto, anche se è per il tuo bene. A volte ci devi sbattere la testa. Trovo che il paragone tra il mondo del business sia molto vicino allo sport: crei un prodotto e lo fai crescere, come lo sportivo. Ci sono numerosi obiettivi, c’è un processo per raggiungerli e alle volte li raggiungi e altre no. Non è solo l’obiettivo che conta, ma è il percorso che ho fatto, le cadute e le rialzate, i momenti difficili e quelli di successo.


Possiamo sognare ancora per vederti nelle prossime Olimpiadi?

L’intervento è stato fatto principalmente per questo, per tornare sul ghiaccio il prima possibile. A Pechino ci sarò di sicuro, non so in quale veste. Tuttora mi concentro per tornare sul ghiaccio, che è il posto dove vivo al massimo la mia persona. I progetti sono tantissimi, non solo agonistici, ma anche in altri ambiti. Poi è anche giusto lasciare spazio alle nuove generazioni!


Nelle nuove generazioni, hai già intravisto un talento che possa essere la nuova Carolina Kostner?

Finché ci sono io non lascerò spazio a nessuno!!! Scherzi a parte, parlando di nuove generazioni io mi sento molto legata e mi impegno molto per creare i presupposti giusti e consentire alle nuove generazioni di non lasciare il proprio paese per crescere nello sport ed essere competitive con il mondo, come ho dovuto fare io in adolescenza. Nelle strutture, in Italia, si potrebbe fare di meglio. Io sono stata costretta a lasciare la mia terra, ma spero che nel futuro lo spostarsi sia una scelta e un privilegio, più che un obbligo.


L’innovazione tecnologica ha condizionato molto la nostra vita privata e professionale. Come l’hai percepito nel pattinaggio sul ghiaccio?

Nella vita quotidiana lo sentiamo tutti, siamo sempre connessi ad ogni ora del giorno. A me ha aiutato molto ad essere in contatto con la famiglia e gli amici anche se sono spesso in viaggio. Quando ero in collegio non avevo ancora il cellulare, ma usavamo un telefono fisso che poteva solo ricevere chiamate. Io avevo l’appuntamento telefonico con mia mamma ogni giovedì alle 17. Delle volte però, se si tardava anche solo di 5 minuti, dovevo aspettare una settimana intera. Questo oggi non esiste più. I social per me sono strumenti utilissimi per essere in contatto con il mondo e le persone che conosco, o anche con i tifosi. Devono però essere usati nel modo giusto, ci sono molti rischi. È un veicolo in crescita anche nel business ed è interessante per costruire network e business.


Come ti vedi tra un paio d’anni? Qual è il tuo obiettivo da qui a 10 anni, una volta terminata la carriera agonistica?

Ho avviato alcuni progetti nell’ambito business. L’obiettivo è quello di condividere la mia esperienza, perché nel mio sport i talenti e le potenzialità ci sono. Siamo l’Italia, il paese dell’arte, della danza e il talento lo abbiamo nel sangue. Voglio condividere la mia esperienza anche per tenere alta l’attenzione su questo sport e farlo crescere sempre. Vorrei portare a realizzare i sogni dei giovani e motivarli, perché credo sia necessario farlo soprattutto tra le nuove generazioni: hanno bisogno di essere smossi e distratti dai cellulari.

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Ho avviato dei progetti di business, sia legati al ghiaccio sia fuori, che cresceranno con gli anni.


Ti piacerebbe diventare una talent scout?

Come ho detto, i talenti non li scopri ma li costruisci con il tempo. Mi dà molta soddisfazione e anche responsabilità essere un punto di riferimento per le nuove generazioni. Spero di riuscire a dare il mio contributo.


Milano-Cortina 2026, cosa potrebbe fare Carolina per questo grande evento?

È un evento importantissimo per il nostro paese, perché è un’occasione per dimostrare al mondo quanto siamo speciali e unici. Per me sarebbe un onore poter aggiungere valore all’evento. Inizio intanto a tornare a pattinare e performare in tutti gli eventi in Italia e all’estero per tenere alta l’attenzione su questo bellissimo sport. Contribuisco nel mio piccolo a fare in modo che Milano-Cortina sia l’olimpiade più bella mai realizzata finora.

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Non perdiamo la speranza di rinnovarci, di cambiare, di andare avanti e trovare la motivazione per migliorare ogni giorno un po’.


Qual è stato lo show che ti è piaciuto di più negli anni?

Forse quelli più speciali sono quelli fatti a casa. Bolzano, per esempio, per me è sempre speciale perché sai che le persone che vengono a vederti ti conoscono o ti sono vicine. Io sono molto legata alla mia terra e alle mie radici, la Val Gardena, quindi tornare a casa per me è sempre la cosa più speciale che ci sia. Poi spero che un giorno lo show più bello lo potrò organizzare io!


Qual è il messaggio che ti senti di dare agli imprenditori come donna e atleta?

Posso solo dire forza sempre, rimbocchiamoci le maniche e diamoci da fare perché siamo l’Italia e il nostro Made in Italy è invidiato e copiato in tutto il mondo. Siamo il centro dell’eccellenza in tantissimi ambiti e non perdiamo la speranza di rinnovarci, di cambiare, di andare avanti e trovare la motivazione per migliorare ogni giorno un pochino. Infine non dobbiamo perdere la speranza di creare un mondo migliore.