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Una rilevazione di Confartigianato sul mercato del lavoro rileva quali sono le professioni più richieste, con maggior difficoltà di reperimento. E tra tra luglio e settembre 2017 le imprese prevedono 117.560 assunzioni

Che fine hanno fatto gli installatori di macchine utensili, che secondo le rilevazioni di Confartiginato sul mercato del lavoro sono introvabili per il 64% delle assunzioni previste? E che dire degli addetti alla gestione di macchinari a controllo numerico? Tra il personale che sarebbe necessario per le aziende si calcola un “buco” del 58%. Non è facile trovare nemmeno i 14.990 operai per attività metalmeccaniche ed elettromeccaniche; così come i 14.430 tecnici in campo informatico, ingegneristico e della produzione.

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Tra le 117.560 assunzioni previste tra luglio e settembre, le aziende mirano in particolare a 32.570 diplomati in meccanica, meccatronica ed energia e a 13.350 diplomati in elettronica ed elettrotecnica. 34.940, invece, le assunzioni per chi ha un diploma professionale di meccanica (4 anni). A cui si devono aggiungere 9.840 ingegneri elettronici e 8.550 ingegneri industriali.

Il quadro dipinto dallo studio di Confartigianato sfiora il paradosso: aziende pronte ad assumere, ma che non trovano il candidato con un’esperienza professionale compatibile. Soluzioni?


La realtà ci dice che bisogna ripartire dall’apprendistato per offrire risposte efficaci alle imprese e per preparare i giovani ad entrare in un mercato del lavoro che richiede competenze tecniche evolute imposte dalla rivoluzione digitale


La strada dell’apprendistato

Una delle possibili soluzioni che Confartigianato indica per uscire dall’impasse è il contratto di apprendistato. Sul quale non mancano altri dati e rilevazioni. Questo tipo di contratto tra maggio 2016 e maggio 2017 ha visto una crescita del 27,2%, pari a 258.631 apprendisti assunti. In pratica, grazie all’apprendistato, in un anno sono entrati nel mondo del lavoro 1.026 giovani al giorno.

Queste le parole del presidente di Confartigianato, Giorgio Merletti, a commento dei dati rilevati dall’organizzazione: «La realtà ci dice che bisogna ripartire dall’apprendistato per offrire risposte efficaci alle imprese e per preparare i giovani ad entrare in un mercato del lavoro che richiede competenze tecniche evolute imposte dalla rivoluzione digitale».

Prosegue Merletti: «Gli interventi del Governo per l’occupazione giovanile devono quindi rilanciare questa ‘palestra’ in cui i giovani studiano e lavorano. A cominciare dal rifinanziamento dello sgravio contributivo totale nei primi tre anni di contratto per le assunzioni di apprendisti in aziende fino a 9 dipendenti».

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